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  • Domenica 9 marzo 2014

Le “elezioni” in Corea del Nord

Si può votare solo "sì" o "no" all'unico candidato per ciascun collegio, e l'affluenza l'ultima volta è stata del 100 per cento

Aggiornamento di lunedì 10 marzo: Kim Jong-un ha ottenuto il 100 per cento delle preferenze nel suo collegio ed è stato “eletto” alla Suprema Assemblea del Popolo, una specie di parlamento (si poteva votare solo “sì” o “no” all’unico candidato per ciascun collegio).

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Domenica 9 marzo in Corea del Nord si sono tenute le “elezioni” per la Suprema Assemblea del Popolo, un organo che equivale più o meno al parlamento del paese. È difficile sopravvalutare questa consultazione elettorale. I cittadini della Corea del Nord, infatti, hanno a disposizione sulla scheda elettorale una sola opzione: votare “sì” al candidato del loro collegio. È possibile votare “no”, ma per farlo bisogna entrare in una cabina speciale e barrare il nome del candidato.

La stessa Suprema Assemblea del Popolo non conta sostanzialmente nulla. Le sue riunioni sono piuttosto infrequenti e a volte si riunisce una volta soltanto nel corso di un anno. Quando l’Assemblea non è in riunione viene sostituita da un organo più ridotto e con appena più poteri, il Praesidium. Nonostante la relativa inutilità di queste elezioni, la propaganda nordcoreana parla in questi giorni di una “atmosfera festosa” diffusa in diverse parti del paese.

Molti nordcoreani vanno ai seggi – il voto è obbligatorio – indossando costumi tradizionali, mentre nelle strade e nelle piazze principali vengono organizzati balli e festeggiamenti. Secondo la KCNA, l’agenzia di stampa ufficiale del regime, nei giorni precedenti alle elezioni i nordcoreani scandivano slogan come “Consolidiamo tutti insieme la forza della rivoluzione rendendola solida come una roccia!”, mentre veniva diffusa la “Canzone delle elezioni”.

Anche il dittatore Kim Jong-un, 31 anni, è candidato. La sua circoscrizione è quella del Monte Paekdu, la montagna più alta della penisola coreana e un luogo di grande importanza nella cultura tradizionale del paese. Secondo la propaganda di regime, è anche il luogo di nascita di suo nonno Kim Il-sung, il fondatore della Repubblica Democratica di Corea, venerato quasi come una divinità (il suo titolo ufficiale è Presidente Eterno della Repubblica). Non ci sono molti dubbi sul fatto che il nuovo Kim venga eletto con il 100 per cento dei voti, ma secondo alcuni analisti queste elezioni hanno comunque una qualche importanza per il paese.

Si tratta delle prime elezioni da quando, nel 2012, Kim Jong-un ha preso il potere dopo la morte del padre, Kim Jong-il. Portare avanti queste “elezioni” in maniera ordinata e senza incidenti sarà quindi un modo per mostrare l’unità dell’esercito e della leadership nordcoreana. Non si tratta di una dimostrazione superflua, anche perché il passaggio che ha portato Kim al potere non è stato semplice.

Kim è molto giovane e in Corea del Nord, come molti altri paesi dell’Asia orientale, l’età è considerata un tratto molto importante per meritare posizioni di responsabilità. La sua ascesa, inoltre, è stata segnata da un incidente insolito per la Corea del Nord, un paese dipinto in genere come monoliticamente fedele alla dinastia dei Kim. Nel dicembre 2013, in seguito ad alcuni scontri che sembra abbiano incluso anche milizie private, lo zio di Kim, Chang Sung-taek, è stato arrestato e giustiziato.