Philip Roth e il premio Nobel

«Forse se avessi intitolato "Il lamento di Portnoy" "L'orgasmo sotto il capitalismo rapace" mi sarei ingraziato l'Accademia svedese»

** FILE ** Novelist Philip Roth sits inside a screened tent at his home on Sept. 5, 2005, in Warren, Conn. After having said so since 1983, Roth now says he's really finished with Nathan Zuckerman, his most enduring protagonist.(AP Photo/Douglas Healey)
** FILE ** Novelist Philip Roth sits inside a screened tent at his home on Sept. 5, 2005, in Warren, Conn. After having said so since 1983, Roth now says he's really finished with Nathan Zuckerman, his most enduring protagonist.(AP Photo/Douglas Healey)

La Sunday Book Review del New York Times ha pubblicato un’intervista al celebre scrittore americano Philip Roth. Nel corso dell’intervista, il giornalista svedese Daniel Sandstrom ha fatto a Roth una domanda piuttosto diretta riguardo il premio Nobel per la letteratura, mai vinto dallo scrittore nonostante quasi ogni anno sia dato fra i favoriti – la vicenda, in questi anni, è entrata anche nell’immaginario comune per significare una sorta di “ingiustizia”.

Lei ha vinto praticamente ogni premio letterario, eccetto uno. E non è un segreto che il suo nome è sempre menzionato quando circolano indiscrezioni riguardo il Nobel per la letteratura; come ci si sente ad essere un eterno candidato? Le dà fastidio, o ci ride su?

Forse se avessi intitolato “Il lamento di Portnoy” “L’orgasmo sotto il capitalismo rapace” mi sarei ingraziato l’Accademia svedese.

foto: AP Photo/Douglas Healey