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  • Venerdì 14 febbraio 2014

L’eutanasia per i minori in Belgio è legge

Il Parlamento ha eliminato tutte le restrizioni d'età per richiedere – a determinate condizioni – la "morte assistita": è il primo paese al mondo

Giovedì 13 febbraio la camera bassa del parlamento belga ha approvato una legge che permetterà l’eutanasia per i minori di 18 anni che siano malati terminali e soffrano di dolori non alleviabili. Il re Filippo del Belgio dovrà ora firmare la legge: quando lo farà, il Belgio sarà il primo al mondo ad aver eliminato tutte le restrizioni d’età per l’eutanasia legale.

La legge prevede che sia possibile l’eutanasia solo a determinate condizioni: il minore dovrà trovarsi in “una situazione medica senza uscita che prevede un prossimo decesso” (la diagnosi e la prognosi, come per gli adulti, deve essere verificata da un secondo medico esterno) e provare “una sofferenza fisica costante e insopportabile che non può essere placata e che è il risultato di una condizione patologica grave e incurabile”. I minori dovranno anche mostrare una “capacità di discernimento” che permetta loro di dimostrare la comprensione delle conseguenze irreversibili della scelta dell’eutanasia: questa capacità sarà valutata caso per caso dai medici insieme a uno psichiatra o a uno psicologo indipendente. Sarà anche necessario il consenso scritto di un genitore, nel caso che la richiesta dell’eutanasia venga dal minore. Il provvedimento è una versione emendata della legge del 2002 che permette l’eutanasia per gli adulti.

La questione ha sollevato un grande dibattito in Belgio, uno dei tre paesi al mondo che permette l’eutanasia legale oltre all’Olanda – che la prevede per i maggiori di 12 anni – e il Lussemburgo (la Svizzera permette il suicidio assistito). Philippe Mahoux, un senatore del Partito Socialista che è stato tra i promotori della legge e di quella del 2002, ha detto in una intervista con il New York Times che il provvedimento è un “atto di umanità” che permetterà ai medici di “intraprendere le azioni più umane per i loro pazienti”, e ha aggiunto che il provvedimento riguarderà un numero molto ristretto di casi.

Il quotidiano belga Le Soir nota che il governo, diviso tra favorevoli e contrari alla legge, ha lasciato l’iniziativa al parlamento e l’assoluta libertà di scelta ai parlamentari, senza dare indicazioni di partito. A grandi linee, hanno votato a favore socialisti, liberali, verdi e nazionalisti fiamminghi del N-VA, mentre si sono opposti i cristiano-democratici e i membri del movimento di estrema destra Vlaams Belang.

A dicembre del 2013 la legge era già stata approvata dal Senato del paese e il 73 per cento dei belgi, secondo i risultati di un sondaggio riportati da Le Soir si è detto favorevole alla misura (ma bisogna precisare che Le Soir ha preso posizione apertamente a favore della legge). Tra i contrari alla legge ci sono leader religiosi, politici conservatori e medici: questa settimana 160 pediatri belgi hanno firmato un appello in cui dicono che non c’è alcuna urgenza di approvare la legge e che la medicina è in grado di alleviare le sofferenze dei minori malati terminali. I vescovi cattolici belgi hanno pubblicato giovedì un duro comunicato di condanna del provvedimento. C’è stata anche una manifestazione a Bruxelles dei contrari alla legge, a cui hanno partecipato alcune centinaia di persone.

Il dibattito non si è concentrato solo sul caso dell’eutanasia per i minori, ma si è esteso alla legislazione che riguarda gli adulti: come spiega un lungo articolo di BBC Magazine, nel 2013 sono arrivati sui giornali belgi due casi di eutanasia particolarmente delicati e controversi. La legge che riguarda gli adulti, infatti – a differenza di quella approvata per i minori – prevede la possibilità di richiedere l’eutanasia anche a chi incontra sofferenze insopportabili dal punto di vista psicologico: in alcune situazioni, dicono i critici, è stato permesso di morire anche a persone che non erano in pericolo di vita dal punto di vista clinico, come nel caso di Nathan Verhelst, a ottobre 2013, che chiese di morire dopo una lunga serie di operazioni fallite per il cambio di sesso.

Secondo le statistiche ufficiali, lo scorso anno 1.500 adulti – il 2 per cento dei decessi nel paese – hanno scelto l’eutanasia, legale dal 2002: il numero è in costante aumento, dai meno di 300 casi del 2003 ai circa mille del 2010. Non ci sono tempistiche previste dalla legge per arrivare all’eutanasia, una volta che il paziente ha espresso il desiderio di morire. Esiste una commissione nazionale di 16 membri, metà dei quali medici, che deve esaminare tutti i casi e assicurarsi che le procedure siano rispettate. I critici sottolineano che non è mai stato richiesto l’intervento dell’autorità giudiziaria per indagare su nessuno dei 6.945 casi di eutanasia dal 2002 al 2012 – l’80 per cento dei quali riguardava malati di cancro – che sono stati tutti giudicati legali.

Foto: il Parlamento federale belga a Bruxelles, 12 febbraio 2014.
(AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)