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  • Mercoledì 22 gennaio 2014

Sono iniziati gli sgomberi a Kiev

Le nuove leggi contro le manifestazioni in Ucraina sono entrate in vigore, la polizia ha usato la forza: ci sono centinaia di feriti e tre morti

Intorno alle 6 del mattino di mercoledì 22 gennaio, la polizia ha avviato lo sgombero con la forza di uno degli accampamenti nel centro di Kiev, la capitale dell’Ucraina, dove da mesi centinaia di manifestanti protestano contro il governo e il presidente Viktor Yanukovich per le politiche tese a un ulteriore avvicinamento con la Russia, a scapito di maggiori aperture verso l’Unione Europea. L’operazione di polizia ha portato a una nuova serie di duri scontri, causando centinaia di feriti e la morte di tre persone, scrive Associated Press. I manifestanti hanno cercato protezione dietro le barricate costruite nelle settimane scorse; gli agenti hanno lanciato lacrimogeni e hanno attaccato l’accampamento.

La maggior parte degli scontri si è verificata nella zona di via Hruševs’kyj, a poca distanza da piazza dell’Indipendenza, dove da novembre è stato costituito il più grande accampamento dei manifestanti, con tende, baracche e barricate. Nel resto della città le attività sono proseguite normalmente, senza particolari problemi per il traffico e per gli spostamenti dei pendolari.

Gli scontri di mercoledì mattina seguono due notti di violenti confronti tra manifestanti e agenti di polizia. Si stima che almeno 200 persone siano rimaste ferite, ma avere una stima affidabile è praticamente impossibile. Chi manifesta contro il governo sostiene di farlo in modo pacifico e ha accusato alcuni infiltrati di un gruppo di estrema destra per le violenze.

Lo sgombero di mercoledì è stato organizzato sulla base delle nuove contestatissime leggi sulle manifestazioni approvate nei giorni scorsi dal Parlamento. Le norme prevedono fino a cinque anni di carcere per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate, vietano di protestare a volto coperto, di utilizzare megafoni e di partecipare a cortei con più di cinque automobili. Sono vietati anche gli accampamenti nelle vie e nelle piazze delle città ucraine. Le nuove regole prevedono anche provvedimenti restrittivi per le ONG che ricevono finanziamenti esteri e limitano la libertà di espressione, obbligando per esempio alla registrazione tutti i siti web che pubblicano informazioni e imponendo ai fornitori di servizi Internet di bloccare l’accesso a particolari siti su richiesta del governo.

Gli oppositori sostengono che negli ultimi giorni il governo ucraino ha adottato diversi provvedimenti, tesi da un lato a provocare i manifestanti più radicali, e in alcuni casi violenti, e dall’altro a disincentivare le iniziative di chi è più moderato. Oltre all’approvazione delle nuove regole sulle manifestazioni, domenica 20 gennaio è stata vietata una marcia pacifica che avrebbe dovuto raggiungere il palazzo del Parlamento. Le persone nella zona di piazza dell’Indipendenza hanno inoltre detto di avere ricevuto SMS sui loro cellulari contenenti il messaggio: “Caro abbonato, sei stato identificato come uno dei partecipanti a disordini di massa”. Questo tipo di SMS è probabilmente inviato ai cellulari che restano “agganciati” per più di un determinato periodo ai ripetitori che si trovano nella zona degli accampamenti antigovernativi.

Stati Uniti e Unione Europea hanno criticato l’adozione delle nuove regole, ma Yanukovich ha spiegato di non essere più disposto a tollerare le proteste. Il primo ministro ucraino, Mykola Azarov, aveva avvertito i manifestanti sulla possibilità che la polizia potesse usare la forza contro di loro per sgomberare le strade di Kiev e fare rispettare le nuove leggi.