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  • Lunedì 6 gennaio 2014

Il risultato elettorale in Bangladesh

Il primo ministro ha annunciato la vittoria del suo partito, dopo una campagna elettorale violenta - 19 persone uccise - e boicottata dalle opposizioni

Bangladesh’s Prime Minister Sheikh Hasina speaks during a press conference in Dhaka, Bangladesh, Monday, Jan. 6, 2014. On Monday, Hasina's ruling Awami League party won one of the most violent elections in the country's history, marred by street fighting, low turnout and a boycott by the opposition that made the results a foregone conclusion. (AP Photo/Rajesh Kumar Singh)
Bangladesh’s Prime Minister Sheikh Hasina speaks during a press conference in Dhaka, Bangladesh, Monday, Jan. 6, 2014. On Monday, Hasina's ruling Awami League party won one of the most violent elections in the country's history, marred by street fighting, low turnout and a boycott by the opposition that made the results a foregone conclusion. (AP Photo/Rajesh Kumar Singh)

Ieri, domenica 5 gennaio, si sono svolte le elezioni politiche in Bangladesh. Nonostante i risultati ufficiali non siano ancora stati diffusi, il comitato elettorale del governo ha detto che il partito di governo, l’Alleanza Popolare Bengalese, ha ottenuto 105 seggi su 139. Secondo il conteggio ufficiale del governo ha partecipato alle elezioni circa il 22 per cento degli elettori. La bassissima affluenza e il netto risultato elettorale sono dovuti al fatto che il principale partito di opposizione, il partito nazionalista (BNP), e i suoi alleati avevano chiesto alla popolazione di boicottare le elezioni, annunciando che avrebbero inoltre tentato di impedire il voto.

Fra sabato e domenica 19 attivisti del BNP sono rimasti uccisi in vari scontri con la polizia in tutto il paese: circa 150 seggi elettorali sono stati incendiati, e si sono riscontrati tentativi di bloccare il voto in molte città.

Gli scontri e le manifestazioni dell’opposizione si sono intensificati a dicembre, quando il governo del primo ministro Sheikh Hasina aveva rifiutato di dimettersi per far insediare al suo posto un governo tecnico che gestisse le elezioni. Ma crisi politica va avanti almeno da settembre, in particolare a causa dello scontro tra il leader del BNP Khaleda Zia e il primo ministro Hasina. Negli ultimi mesi ci sono stati infatti diversi processi contro alcuni esponenti del partito islamista Jamaat-e-Islami, alleato di Zia, accusati e condannati dalla giustizia bengalese per crimini legati alla guerra di indipendenza dal Pakistan del 1971: Zia ha infatti accusato Hasina di portare avanti processi politici con il solo scopo di indebolire l’opposizione.

Il primo ministro Hasina ha detto che considererà l’ipotesi di indire nuove elezioni a condizione che il BNP interrompa le violenze, rompa l’alleanza con Jamaat-e-Islami e non richieda nel frattempo un governo tecnico. Hasina ha aggiunto che «tenteremo in tutti i modi di avviare un negoziato con l’opposizione, cosicché in futuro possa esserci una elezione credibile e partecipata alla quale possano presentarsi tutti i partiti. Entrambe le parti dovranno fare qualche sacrificio; ma non posso darvi una data, né un lasso di tempo in cui le cose si sistemeranno.»

(AP Photo/Rajesh Kumar Singh)