Anche la Spagna non riconosce di fatto come reato il possesso o il consumo di cannabis, se non in luoghi pubblici e in certe quantità. Fumare hashish e marijuana è possibile grazie ai Social Cannabis Club, nei quali la marijuana non viene venduta ma distribuita e condivisa tra i membri dell’associazione – i quali, al momento dell’iscrizione, si impegnano a consumare cannabis all’interno del club, a non portarla fuori per venderla e a non acquistarla illegalmente.

In Repubblica Ceca il possesso di piccole quantità di droghe leggere è stato depenalizzato nel gennaio del 2010: le quantità sono state fissate a 15 grammi per la marijuana e a 5 grammi per l’hashish. Il possesso di un quantitativo maggiore può essere punito con un anno di reclusione. In Belgio è tollerato il possesso per uso personale di una quantità pari a 3 grammi, in Germania una sentenza della Corte Costituzionale del 1994 ha stabilito che i diversi Länder dovrebbero rinunciare all’azione penale nei casi di minore gravità, quando il possesso di cannabis per uso personale è in una quantità giudicata insignificante, quando non vi è alcun danno a terzi e quando non sono coinvolti minori.

Il Messico nell’agosto del 2009 ha depenalizzato l’uso personale dei derivati della canapa indiana per quantità che non superino i 5 grammi. In Marocco coltivare, vendere o esportare cannabis resta illegale, ma sono tollerate la coltivazione e l’uso personale. Un caso particolare riguarda l’Iran, dove è legale coltivare marijuana per scopi alimentari. Il possesso per uso personale è tollerato fino a 15 grammi.

Autorizzazione per uso terapeutico
La California è stato il primo stato americano a legalizzare la marijuana per uso terapeutico nel 1996: la sostanza serve ad alleviare dolori legati soprattutto a patologie croniche e neoplastiche. L’introduzione di quella legge ha permesso l’apertura di numerosi centri autorizzati di produzione di cannabis, centri specifici di trattamento e strutture parafarmaceutiche di distribuzione. Attualmente negli Stati Uniti sono venti gli stati, oltre al District of Columbia, ad aver legalizzato l’uso di marijuana per scopi medici. Anche in Europa sono diversi gli stati ad aver consentito questo tipo di utilizzo: Germania, Belgio, Svizzera e Gran Bretagna.

E in Italia?
L’uso della marijuana in Italia è illegale. La legge in vigore in materia di disciplina degli stupefacenti è la cosiddetta “Fini-Giovanardi”, che generò molte discussioni quando fu emanata nel 2006. La legge, che non prevede distinzioni tra droghe leggere e pesanti, ha portato a un inasprimento delle sanzioni relative non solo alla produzione e al traffico ma anche al consumo di sostanze stupefacenti: per l’uso personale oggi sono previste sanzioni amministrative come la sospensione del passaporto, della patente di guida o del porto d’armi, e l’inserimento in un programma terapeutico. La legge Fini-Giovanardi, tra le altre cose, ha contributo in maniera decisiva al sovraffollamento delle carceri italiane degli ultimi anni. Lo scorso febbraio la Corte di Appello di Roma ha sollevato alcune importanti questioni sulla legge, che secondo i giudici presenta più di un profilo di incostituzionalità: tra gli altri, la mancata distinzione fra droghe leggere e droghe pesanti e la sproporzione delle pene rispetto alla pericolosità delle condotte da reprimere.

Nel giugno del 2013 è stata presentata una proposta di legge dal parlamentare di SEL Daniele Farina che esclude la «punibilità della coltivazione ‘domestica’ di cannabis, destinata all’uso personale o ceduta a terzi per il consumo immediato» e, nello stesso tempo, differenzia le «pene per i diversi tipi di sostanze». Attualmente la proposta è in corso di esame in Commissione. Sul fronte dell’uso terapeutico, va segnalato che il 23 gennaio 2013 sono state aggiornate le tabelle contenenti l’indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope e che la cannabis è stata inserita nella Tabella 2 Sezione B, quella dei medicinali di origine vegetale.