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  • Sabato 14 dicembre 2013

Tutti parlano di Nigella Lawson

Nel Regno Unito i giornali raccontano da settimane una causa per frode che coinvolge una popolarissima conduttrice di programmi di cucina

ISLEWORTH, ENGLAND - DECEMBER 05: Nigella Lawson leaves Isleworth Crown Court on December 5, 2013 in Isleworth, England. Italian sisters Francesca and Elisabetta Grillo, who worked as assistants to Nigella Lawson and Charles Saatchi, are accused of defrauding them of over 300,000 GBP. (Photo by Matthew Lloyd/Getty Images)
ISLEWORTH, ENGLAND - DECEMBER 05: Nigella Lawson leaves Isleworth Crown Court on December 5, 2013 in Isleworth, England. Italian sisters Francesca and Elisabetta Grillo, who worked as assistants to Nigella Lawson and Charles Saatchi, are accused of defrauding them of over 300,000 GBP. (Photo by Matthew Lloyd/Getty Images)

Nigella Lawson è una conduttrice di programmi di cucina molto nota nel Regno Unito, ha 53 anni e tra televisione e pubblicazioni varie – sempre di genere culinario – è riuscita a procurarsi un notevole seguito fin dalla fine degli anni Novanta. Da qualche settimana è al centro di una vicenda legale che è da giorni su tutti i media britannici – la sua denuncia per frode contro due ex assistenti domestiche – perché sta facendo emergere altri aspetti della vita di Nigella Lawson finora sconosciuti o non del tutto noti ai suoi numerosi fan e agli appassionati dei suoi programmi di cucina (tra i quali figura anche il primo ministro David Cameron).

A novembre 2013, le due ex assistenti di Lawson – Elisabetta e Francesca Grillo, due sorelle di origini italiane, di 41 e 35 anni – sono state denunciate da Lawson e dal suo ex marito – Charles Saatchi, imprenditore e gallerista multimilionario – per aver speso in beni personali 685 mila sterline (poco più di 800 mila euro) nell’arco di quattro anni, utilizzando le carte di credito di Lawson e di Saatchi. Secondo l’accusa, durante quel periodo, le due sorelle Grillo arrivavano a spendere fino a 50 mila sterline al giorno.

Le sorelle Grillo si sono difese sostenendo che parte delle cose acquistate erano destinate a Lawson, e che erano state autorizzate da Lawson a utilizzare quelle carte anche a titolo personale a patto di mantenere con il marito di lei, Saatchi, il segreto sul fatto che Lawson facesse uso di stupefacenti (cocaina e droghe leggere): questo dettaglio della vicenda giudiziaria ha di fatto reso pubblico che Nigella Lawson – la più amata conduttrice di programmi tv per cucina, seguitissima anche da bambini e ragazzi, nel Regno Unito – ha fatto uso di droghe.

Che Lawson facesse uso di droghe era già in parte noto per via dei dettagli trapelati da una grossa causa precedente, e cioè la separazione tra lei e Saatchi risalente al luglio scorso, che occupò molto spazio sui media britannici. A giugno il Sunday People – uno dei tabloid più longevi del Regno Unito, e più attenti a questo genere di “scandali” – fotografò Lawson e Saatchi nel mezzo di una lite molto accesa in un ristorante di Londra, durante la quale Saatchi afferrò Lawson per la gola, sotto gli occhi di decine di clienti del ristorante. Ne seguì una denuncia e la causa di divorzio, conclusa a novembre scorso, durante la quale Saatchi cercò di riscattare la propria immagine definendo un “gioco” quella storia della lite al ristorante, e tirando fuori una serie di dettagli sulla tossicodipendenza di Lawson.

Ma oltre alla vicenda della droga, a catturare l’attenzione dei media in questi giorni sono i dettagli pruriginosi venuti fuori sulle spese abituali di Lawson e Saatchi (ad esempio cifre ragguardevoli spese da Chanel, Miu Miu, Louis Vuitton e Prada) e sul tenore di vita della coppia, reso noto grazie alle dichiarazioni delle Grillo e dei loro legali. Molti giornali hanno anche ripreso le ultime dichiarazioni di una delle due sorelle Grillo, che durante il processo ha rivelato che Lawson permetteva ai suoi figli di fumare marijuana in casa.

Il New York Times ha fatto notare che la vicenda di Lawson è solo l’ultima, in ordine di tempo, di una serie di “scandali” che negli ultimi anni hanno coinvolto personaggi resi celebri dalla televisione per i loro programmi di cucina: Paula Deen – una delle tante “Nigella Lawson” degli Stati Uniti – fu licenziata dal suo network un anno fa per aver utilizzato un linguaggio razzista in televisione; Gordon Ramsey rimase coinvolto in una causa legale per adulterio; Martha Stewart, forse la più nota conduttrice americana di programmi di cucina e fai-da-te, fu condannata a cinque mesi di prigione per aver mentito agli investigatori in un’indagine sulla vendita di alcune sue azioni di una casa farmaceutica.

In un articolo precedente, sempre il New York Times osservava – riassumendo peraltro molto efficacemente il senso di tutta la storia – che le ammissioni di Nigella Lawson in tribunale a proposito del suo uso di droghe sono esattamente il genere di “umiliazioni pubbliche delle celebrità che fanno campare i tabloid britannici”.

Nigella Lawson esce dal tribunale di Isleworth, Inghilterra, il 5 dicembre 2013 (Matthew Lloyd/Getty Images)