Cancellieri e l’uscita dal carcere di Giulia Ligresti
Per "questioni umanitarie, in considerazione del rischio connesso con la detenzione"
Giovedì 31 ottobre, Repubblica ha pubblicato parte del verbale di interrogatorio datato 22 agosto avvenuto tra il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e il procuratore aggiunto Vittorio Nessi, a proposito dell’uscita dal carcere di Giulia Maria Ligresti avvenuta lo scorso 28 agosto. Giulia Maria Ligresti era stata incarcerata con il padre e la sorella con l’accusa di falso in bilancio aggravato e manipolazione del mercato in relazione al caso Fonsai.
Il 17 agosto, il giudice per le indagini preliminari aveva respinto la richiesta di trasferimento ai domiciliari presentata dagli avvocati di Giulia Ligresti motivata dal fatto che la donna aveva sofferto in passato di anoressia. Antonino Ligresti, fratello di Salvatore e zio di Giulia Maria, ha chiesto aiuto al ministro della Giustizia che ha parlato a sua volta con i due vice capo di dipartimento del Dap (il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria) per “sensibilizzarli” sulle condizioni di salute della donna.
I magistrati di Torino dopo aver esaminato i tabulati telefonici degli indagati, hanno scoperto i contatti tra la famiglia Ligresti e il ministro Cancellieri e l’hanno interrogata per chiarire la vicenda:
«Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione. (…) Effettivamente ho ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti che conosco da molti anni. Ligresti mi ha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia Maria la quale, soffre di anoressia e rifiuta il cibo. In relazione a tale argomento ho sensibilizzato i due vice capi di dipartimento del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati».