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  • Mercoledì 30 ottobre 2013

Il nuovo guaio della riforma sanitaria di Obama

Migliaia di persone ricevono lettere di cancellazione dei loro piani sanitari, smentendo una delle promesse più importanti fatte dal presidente

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e la sua amministrazione stanno ricevendo nuove critiche a causa delle difficoltà nell’entrata in vigore della riforma sanitaria. L’ultimo guaio riguarda la promessa di Obama che nessuno sarebbe stato obbligato a cambiare la propria assicurazione sanitaria. In queste ore, però, la stampa statunitense sta scrivendo che migliaia di polizze sono state cancellate perché mancanti dei requisiti previsti dalla riforma. Uno dei titoli più in evidenza sulla homepage del Washington Post mercoledì mattina diceva: “Le polizze cancellate causano furore sulla riforma sanitaria”.

La questione è particolarmente grave, scrive Reuters, perché espone Obama all’accusa di aver mentito agli americani e di avere fatto una promessa che poi non è stato in grado di mantenere. Le persone che rischiano di vedere la propria polizza cancellata fanno parte di quei 15 milioni di americani che non ricevono un’assicurazione sanitaria attraverso il governo o i loro datori di lavoro. Si tratta molto spesso di lavoratori autonomi con polizze sanitarie individuali: in questi giorni stanno ricevendo lettere dalle società assicurative che li informano dell’impossibilità del rinnovo del loro piano, perché non in linea con alcune caratteristiche “essenziali” stabilite per legge. Tra queste ci sono, ad esempio, cure per le malattie mentali o alcune misure di prevenzione che secondo la riforma devono essere gratuite e obbligatorie.

Il principio è quello di evitare il diffondersi di piani ridotti all’osso che non diano alcuna garanzia di copertura in caso di eventi particolarmente gravi. La legge, comunque, protegge le assicurazioni sanitarie create prima del marzo 2010 e rimaste invariate da allora. Ma la norma è che i piani ricevano piccoli aggiustamenti da un anno all’altro e questo sta causando le migliaia di cancellazioni. Reuters ha intervistato un lavoratore autonomo di Seattle, Kevin DeLashmutt, 53 anni, che sarà obbligato a passare da un’assicurazione sanitaria che costava poco più di 200 euro all’anno a una che costa almeno il doppio. DeLashmutt non è molto contento del cambiamento: «Di solito potevi scegliere che cosa prendere in base ai tuoi bisogni e a quello che ti potevi permettere. […] Lasciatemi gestire da solo il mio rischio. Quella gente a Washington non dovrebbe prendere la decisione per me». Il punto non è che le vecchie polizze sanitarie fossero pessime – lo sono e prima o poi sarebbero dovute essere eliminate, scrive l’Atlantic – ma che Obama abbia promesso più e più volte, durante la campagna per l’approvazione della legge nel 2009, che “Se vi piace il vostro dottore o il vostro piano sanitario potrete tenerlo”. In queste ore, girano centinaia di video che mostrano Obama “mentire” sulla riforma sanitaria, incluse impietose compilation.

Nel frattempo, continuano i guai del sito HealthCare.gov, che è stato lanciato lo scorso primo ottobre ma da allora non ha mai funzionato a dovere. I ritardi e i messaggi di errore sul sito, che è l’unica opzione per l’acquisto delle polizze assicurative in gran parte degli stati americani, sono così frequenti che pochissime persone hanno potuto completare le pratiche, delle circa 500 mila che ci hanno provato dal momento del lancio. Obama ha detto che si tratta di problemi tecnici momentanei: ha nominato un esperto per occuparsi delle modifiche e ha promesso che tutto sarà a posto per la fine di novembre, ma ha anche dovuto rimandare al 31 marzo 2014 la scadenza entro cui tutti dovranno avere un’assicurazione sanitaria per evitare di essere multati.

L’ultimo degli inconvenienti tecnici si è verificato martedì sera: il sistema per l’acquisto delle polizze del Connecticut – uno della quindicina di stati che hanno messo in piedi un sistema autonomo – ha detto che il suo sistema è stato messo “fuori servizio” da un malfunzionamento del database centrale federale, lo stesso che viene utilizzato anche da HealthCare.gov.

Le conseguenze politiche di questi guai, che proseguono da settimane, sono piuttosto gravi. Molti esponenti importanti dell’amministrazione Obama sono ascoltati in questi giorni dalle commissioni del Congresso degli Stati Uniti: oggi dovrebbe comparire davanti a una commissione della Camera anche Kathleen Sebelius, l’attuale ministro della Salute, di cui i repubblicani chiedono da giorni le dimissioni.

Il grave momento di difficoltà è arrivato subito dopo l’importante vittoria politica di Obama nei negoziati per lo shutdown e il tetto del debito, mentre si sta svolgendo l’altra crisi diplomatica della sorveglianza dell’NSA in Europa. Per cercare di reagire, il presidente degli Stati Uniti sarà oggi a Boston per promuovere la sua riforma sanitaria, nello stesso luogo in cui il repubblicano Mitt Romney, nel 2006, firmò da governatore la famosa riforma sanitaria dello stato del Massachusetts che è molto simile all’Obamacare. Obama sottolineerà che anche in quel caso la partenza della riforma fu lenta e segnata da molti errori.

Foto: SAUL LOEB/AFP/Getty Images