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  • Domenica 20 ottobre 2013

16 baci, per sport

Epica sportiva, sentimentalismi e "dai, è andata", in 75 anni di vittorie e sconfitte commoventi

1952: il fondista cecoslovacco Emil Zatopek bacia sua moglie, la connazionale giavellotista Dana Zatopkova, che ha appena vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Helsinki. Un’ora prima Zatopek aveva a sua volta vinto la medaglia d’oro nei 5000 metri (la seconda di quattro vittorie olimpiche nella sua carriera). I due erano nati lo stesso giorno, nel 1922: Zatopek è morto nel 2000 (CORR/AFP/Getty Images)

1952: il fondista cecoslovacco Emil Zatopek bacia sua moglie, la connazionale giavellotista Dana Zatopkova, che ha appena vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Helsinki. Un’ora prima Zatopek aveva a sua volta vinto la medaglia d’oro nei 5000 metri (la seconda di quattro vittorie olimpiche nella sua carriera). I due erano nati lo stesso giorno, nel 1922: Zatopek è morto nel 2000 (CORR/AFP/Getty Images)

Per chi trova indiscreto osservare un affettuoso o appassionato bacio altrui, per chi trova sdolcinate le immagini di baci e il commuoversene, o per chi trova invece troppo machista e competitiva la tensione sportiva, c’è un momento, una sintesi, che modera tutte queste diffidenze compensandole tra loro: il bacio, dolce, appassionato, affettuoso, di atleti competitivi e machisti. Che sancisce una competizione, vinta o persa, una complicità, un’ammirazione, un “dai, è andata”, comunque sia andata: il sentimentalismo di un’impresa. Meglio se hai vinto, e meglio ancora se avete vinto tutti e due, ma anche se hai perso, o sei arrivato secondo, o ti hanno escluso dalle competizioni (in quel caso baci la prima neonata a tiro): sono tutte grandi storie raccontate in un momento, labiale. E il risultato, persino per voi induriti dalla vita, è commovente, o almeno teatrale.

Tag: baci-Sport