• Mondo
  • Martedì 15 ottobre 2013

Le bombe al ghiaccio secco al LAX

Sono state scoperte in aree chiuse al pubblico dell'aeroporto di Los Angeles, due sono esplose, ma senza causare danni o feriti

Nelle giornate di domenica 13 e lunedì 14 ottobre all’aeroporto di Los Angeles (LAX) negli Stati Uniti sono state trovate quattro bombe al ghiaccio secco, due delle quali sono esplose in aree non aperte al pubblico. Una delle bombe è esplosa alle 20:30 locali di lunedì (le 5:30 del mattino di martedì 15 in Italia) in una zona aperta solo agli impiegati dell’aeroporto. L’esplosione non ha causato feriti e non ha nemmeno comportato particolari ritardi o disguidi all’interno del LAX. Due dispositivi simili sono stati trovati nella stessa area: contenevano ghiaccio secco, ma non sono esplosi.

Nella notte di domenica 13 ottobre un’altra bomba al ghiaccio secco è esplosa intorno alle 19 in un bagno del Terminal 2, dove sono gestiti diversi voli nazionali e internazionali. Un impiegato dell’aeroporto ha sentito l’esplosione ed è andato a controllare. Nel bagno degli uomini ha trovato una bottiglietta di plastica che conteneva ghiaccio secco. L’esplosione non ha causato danni né feriti. L’esplosione è avvenuta in alcuni bagni non aperti al pubblico e destinati agli impiegati.

Da due giorni gli investigatori sono al lavoro per capire chi abbia collocato le quattro bombe. Per ora è escluso che ci possano essere legami con iniziative terroristiche. Oltre alla polizia, sul posto stanno anche indagando alcuni agenti dell’FBI.

Le bombe al ghiaccio secco sono di solito dispositivi molto rudimentali. Sono realizzate inserendo blocchi di ghiaccio secco (anidride carbonica allo stato solido) all’interno di bottigliette di plastica parzialmente riempite con acqua. Le bottigliette sono poi chiuse e abbandonate dove le si vuole fare esplodere. A causa della differenza di temperatura, il ghiaccio secco a contatto con l’acqua sublima, passando cioè dallo stato solido a quello gassoso: la pressione all’interno della bottiglietta aumenta man mano che si accumula l’anidride carbonica in forma gassosa fino a quando rompe la plastica causando l’esplosione.

ALTRE STORIE