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  • Martedì 24 settembre 2013

Un altro giorno a Nairobi

Il governo del Kenya dice che l'edificio attaccato sabato è sotto controllo e gli ostaggi liberati, ma si continuano a sentire esplosioni: il punto della situazione

A Kenyan TV presenter stands in front of smoke rising from Westgate Mall on September 23, 2013. Kenyan security forces were locked in a fierce, final battle with Somali Islamist gunmen inside an upmarket Nairobi shopping mall on September 23 as huge explosions and a barrage of heavy gunfire echoed out of the complex. Thick black smoke billowed for several hours from the Westgate mall as Kenyan officials said the more than two-day-long siege -- in which the gunmen have massacred at least 62 people and taken dozens more hostage -- was close to being resolved. AFP PHOTO / CARL DE SOUZA (Photo credit should read CARL DE SOUZA/AFP/Getty Images)
A Kenyan TV presenter stands in front of smoke rising from Westgate Mall on September 23, 2013. Kenyan security forces were locked in a fierce, final battle with Somali Islamist gunmen inside an upmarket Nairobi shopping mall on September 23 as huge explosions and a barrage of heavy gunfire echoed out of the complex. Thick black smoke billowed for several hours from the Westgate mall as Kenyan officials said the more than two-day-long siege -- in which the gunmen have massacred at least 62 people and taken dozens more hostage -- was close to being resolved. AFP PHOTO / CARL DE SOUZA (Photo credit should read CARL DE SOUZA/AFP/Getty Images)

Lunedì pomeriggio il governo kenyano ha detto di avere concluso l’operazione militare per sventare l’attacco terroristico ad opera di 10-15 appartenenti al gruppo terroristico somalo al-Shabaab, in un centro commerciale chiamato Nakumatt Westgate a Nairobi, in Kenya, iniziato il 21 settembre. Nonostante questo si sentono ancora delle esplosioni provenire dal centro commerciale, di tanto in tanto, e le autorità hanno invitato i cittadini a non andare nella zona circostante l’edificio. Secondo al-Shabaab, inoltre, alcuni suoi militanti sarebbero «ancora sul campo», e avrebbero anche mantenuto diversi ostaggi.

L’ultima comunicazione ufficiale risale all’una di notte, ora italiana: l’esercito ha detto che «le operazioni di messa in sicurezza dell’edificio stanno continuando». La tv kenyana ha detto che le esplosioni che si sentono ancora sono esplosioni controllate di ordigni presenti all’interno del centro commerciale. Per quanto riguarda la colonna di fumo nero che ancora stamattina si è levata dall’interno dell’edificio, il governo ha detto che si è trattato di alcuni incendi «iniziati dai terroristi per provare a creare un diversivo» (ma, di nuovo, un’affermazione identica era circolata nel pomeriggio di ieri). Circolano anche voci non confermate sulla presenza di uno o due terroristi all’esterno del centro commerciale.

Secondo BBC i morti accertati fin qui sono 62, il Guardian scrive che ci sono più di 170 feriti. Nel tardo pomeriggio di ieri il ministro dell’Interno aveva detto su Twitter di aver preso il controllo dell’intero edificio e di aver liberato tutti gli ostaggi; nel corso delle operazioni militari sarebbero rimasti uccisi 6 terroristi.

In un’intervista ad Al Jazeera, un portavoce di al-Shabaab – che in arabo è traducibile con “la gioventù” – ha detto che il gruppo ha deciso di attaccare il Westgate perché «è un posto dove vengono turisti da tutto il mondo per fare shopping, ma che viene anche utilizzato da alcuni diplomatici come sede per riunioni interne. Ci vengono anche le persone più influenti del Kenya per rilassarsi e divertirsi, e inoltre ci sono anche negozi ebrei e americani. Quindi abbiamo deciso di attaccarlo».

Il ministro degli Esteri kenyano, Amina Mohamed, ha detto ad Al Jazeera che l’attacco di al-Shabaab fa parte di una complessa campagna internazionale di terrorismo legata ad al Qaida. Mohamed ha anche aggiunto che fra i terroristi, contrariamente a ciò che era stato comunicato ieri dal capo dell’esercito, erano presenti anche alcune donne, e che alcuni membri di al-Shabaab hanno cittadinanza britannica e statunitense. Il capo di al-Shabaab, in un’intervista alla stessa Al Jazeera, ha confermato che «i membri di al Qaida sono i nostri mentori e capi: siamo tutti coinvolti in un unico conflitto per contrastare una crociata cristiana in atto a livello internazionale, e quindi in questo siamo alleati».