“Elysium”

6 cose sul nuovo film di fantascienza del regista di District 9 e sul suo discusso contenuto "politico"

Venerdì 9 agosto è uscito negli Stati Uniti Elysium, un film di fantascienza diretto dal regista sudafricano Neill Blomkamp con Matt Damon e Jodie Foster. È il secondo film di Blomkamp: il primo è District 9, quello sul campo profughi per alieni in Sudafrica: uscì nel 2009, fu molto apprezzato e ottenne anche quattro nomination agli Oscar, tra cui quella per il Miglior film. In Italia Elysium uscirà nei cinema il 29 agosto.

1. Di cosa parla
Il film è ambientato sulla Terra, nell’anno 2154. L’umanità è divisa in due enormi classi sociali: la più ricca vive in un’enorme stazione spaziale – chiamata Elysium e fornita di ogni comodità – al di fuori dell’atmosfera terrestre, mentre la più povera è costretta ad abitare una Terra arida e piena di relitti meccanici, in cui l’ordine pubblico è mantenuto da una malvagia polizia robotica. Max, interpretato da Matt Damon, è un piccolo criminale al quale a causa di un incidente rimangono cinque giorni di vita, e che tenta di andare su Elysium per curarsi (sebbene ai poveri sia vietato l’accesso): lo aiutano alcune persone interessate a rubare alcune informazioni tenute segrete su Elysium, dove nel frattempo il personaggio di Jodie Foster trama un complesso colpo di stato.

2. Cosa se ne dice
Che è un buon film, anche se probabilmente inferiore a District 9: Metacritic, un sito che aggrega voti e recensioni online e ne fa una media, dà al film un voto di 60 su 100. L’esplicita critica sociale contro la differenza di trattamento fra ricchi e poveri è riconosciuta da tutti i critici: Peter Travers di Rolling Stone ha definito il film «uno sparatutto a vocazione sociale». Il critico del New Yorker Anthony Lane ha scritto che rispetto a District 9, che conteneva precise critiche all’apartheid, «l’intento didattico è più semplicistico», e definisce il personaggio di Matt Damon «un Robespierre con un fucile a raggi laser». Manhola Dargis, sul New York Times, ha scritto che il film si inserisce nel filone della fantascienza che «rende surreale una situazione familiare, e familiare una situazione surreale», e che però Blomkamp, dopo aver mostrato una serie di critiche alla società attuale, non fornisce una soluzione ma tenta di “cavarsela” con qualche sparatoria.

3. Gli attori
Il film si basa sulla presenza di due attori importanti come Matt Damon e Jodie Foster, che interpretano due dei ruoli principali. Matt Damon ha raccontato di essere stato convinto a recitare nel film da Blomkamp dopo che gli fu mostrata una sceneggiatura a fumetti del film disegnata dallo stesso Blomkamp e da alcuni illustratori neozelandesi: «Mi aveva davvero sconvolto». Nel cast è presente anche l’attore sudafricano Sharlto Copley, che fu il protagonista di District 9 e il co-produttore del cortometraggio da cui prese spunto il film.

4. Chi è il regista
Neill Blomkamp è sudafricano, ha 33 anni e a 18 anni la sua famiglia decise di trasferirsi a Vancouver, in Canada. Ha studiato alla Vancouver Film School, e nel 2007 diresse una trilogia di cortometraggi per promuovere la terza edizione del videogioco Halo. Dopo che fallì la produzione di un film ispirato a questa trilogia, Peter Jackson (il regista e produttore dei film tratti da Il Signore degli Anelli) convinse la Universal a fargli produrre quello che sarebbe diventato District 9. Blomkamp vive a Vancouver con sua moglie, fino a poco tempo fa aveva una collezione di armi da fuoco (di cui si è disfatto perché gli incutevano un certo timore), e in un’intervista a Wired ha detto di non apprezzare i film di fantascienza moderna, «in cui si vedono solo cose che esplodono, astronavi e cose del genere» . Nel corso della stessa intervista ha detto però di apprezzare molto il regista americano Michael Bay (quello di Pearl Harbor, Transformers e Pain & Gain, fra gli altri). Ha anche aggiunto che sogna di tornare a Johannesburg, dove è cresciuto, e costruirci un grattacielo di 40 o 50 piani, «per avere un posto dove stare quando capito in città». Secondo alcuni giornali venne preso in considerazione da Disney per dirigere il nuovo film della saga di Star Wars, ma a riguardo ha detto che «è impossibile immaginare che un regista venga lasciato libero di lavorare da solo a una cosa come Star Wars».

5. Cosa c’entra con l’attualità
Intervistato da Wired, Blomkamp ha spiegato che Elysium «non contiene un messaggio politico», insistendo anche sul fatto che “non è una trasposizione cinematografica di un editoriale di Paul Krugman“, il noto economista ed editorialista di sinistra americano. In realtà, come molte opere di fantascienza sociologica, i temi affrontati sono portati all’estremo e distorti – in modo da renderli una storia – ma affrontano comunque dei problemi sociali considerati attuali: il film parla di povertà, disagio sociale, multiculturalismo, stili di vita diversi, tutte cose su cui le persone si formano un’opinione anche sulla base di film o prodotti artistici.

6. Il trailer