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  • Sabato 3 agosto 2013

Tra Messico e Guatemala

Le foto del fiume al confine tra i due paesi, che ogni mese migliaia di centroamericani attraversano illegalmente

Il fiume Suchiate scorre per più di cento chilometri lungo il confine tra lo stato messicano del Chiapas, nell’estremo sud del paese, e il Guatemala. Ogni giorno è attraversato da centinaia di abitanti del Guatemala e dei paesi vicini, molti dei quali escono dal paese con l’obiettivo finale di arrivare negli Stati Uniti.

Il fiume non è molto largo e per attraversarlo sono sufficienti semplici imbarcazioni fatte di copertoni e assi di legno – a volte cariche di prodotti di contrabbando, come carburante, verdure e carta igienica. La polizia di frontiera messicana, come ha raccontato un reportage del New York Times, non ha le risorse per poterli fermare. Il fotografo John Moore ha scattato di recente molte foto che testimoniano la situazione sulle rive del fiume.

Il fiume Suchiate viene attraversato da abitanti dell’Honduras, del Salvador, del Nicaragua e del Guatemala, in fuga dalla difficile situazione economica dei loro paesi e soprattutto dalla criminalità fuori controllo. Molto degli immigrati arrivano da città come San Pedro Sula, in Honduras, definita in alcune classifiche recenti la città più violenta del mondo.

In passato il governo messicano non si è impegnato molto per fermare l’immigrazione attraverso il Suchiate e il resto dei confine meridionali, anche perché questa immigrazione non era percepita con una minaccia. Gran parte degli immigrati si limita ad attraversare il Messico nel tentativo di raggiungere gli Stati Uniti.

Negli ultimi anni il numero di cittadini di stati dell’America centrale che sono arrivati negli Stati Uniti è raddoppiato, insieme alle pressioni del governo americano per aumentare la sorveglianza ai confini. Il miglioramento della situazione economica messicana negli ultimi anni ha aumentato il timore che una fetta crescente degli immigrati centroamericani possa decidere di fermarsi in Messico. Questa nuova situazione ha spinto il nuovo presidente messicano, Enrique Peña Nieto, a promettere di rafforzare la vigilanza sul confine meridionale del paese.