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  • Venerdì 2 agosto 2013

La questione dei beduini in Israele

Le foto delle proteste contro il piano del governo per lo sgombero di alcune decine di migliaia di persone

A protester is immobilised by Israeli's riots police during a demonstration against Israeli government's plans to resettle Bedouins in the Negev desert on August 1, 2013 in the Arab Israeli city of Ar'Ara, north of Israel. There are about 260,000 Bedouin in Israel, mostly living in and around the Negev in the arid south. More than half live in unrecognised villages without utilities and many also live in extreme poverty. AFP PHOTO / JACK GUEZ (Photo credit should read JACK GUEZ/AFP/Getty Images)
A protester is immobilised by Israeli's riots police during a demonstration against Israeli government's plans to resettle Bedouins in the Negev desert on August 1, 2013 in the Arab Israeli city of Ar'Ara, north of Israel. There are about 260,000 Bedouin in Israel, mostly living in and around the Negev in the arid south. More than half live in unrecognised villages without utilities and many also live in extreme poverty. AFP PHOTO / JACK GUEZ (Photo credit should read JACK GUEZ/AFP/Getty Images)

Giovedì 1 agosto, in Israele, centinaia di persone hanno manifestato in due diverse località per protestare contro un piano del governo approvato di recente, che ha lo scopo di regolare gli insediamenti dei beduini nel paese. La polizia ha arrestato una ventina di persone.

Il piano, proposto dalla cosiddetta Commissione Prawer nel 2011, riguarderà alcune decine di migliaia di beduini – le stime vanno dai 20 ai 40 mila – che vivono attualmente in aree non riconosciute come residenziali dal governo israeliano. La legge relativa al piano, cosiddetta Prawer-Begin, è stata approvata a fine giugno dalla Knesset, il parlamento israeliano. Prevede che i beduini che avanzano diritti di proprietà su un territorio ritenuto non residenziale dal governo ricevano una compensazione in denaro o in altra terra (fino alla metà dell’area oggetto della disputa). Alcuni villaggi beduini potranno essere riconosciuti, ma solo se si trovano nelle aree previste dai piani del governo, disegnate essenzialmente per la possibilità di dotarle dei servizi fondamentali. Molti altri dovranno trasferirsi negli insediamenti residenziali già presenti nella zona del Negev.

Secondo i critici del piano, tra cui molti capi delle comunità beduine e l’Alto commissario dell’ONU per i diritti umani Navi Pillay, i diritti della minoranza beduina vengono violati e non vengono previste adeguate compensazioni. Inoltre, la demolizione delle case dei beduini è permessa con un semplice decreto amministrativo, il che rende molto più difficile fare appello contro la decisione. I favorevoli dicono invece che, grazie al piano, sarà possibile per i beduini vivere per la prima volta in insediamenti “riconosciuti” con elettricità e corrente elettrica.

Le prima delle due manifestazioni di ieri si è tenuta nel nord del Negev – il deserto che occupa la parte meridionale del territorio israeliano – nei pressi della località di Lahavim, e vi hanno partecipato mille persone, per la maggior parte beduini che vivono nella zona. La seconda si è tenuta a Wadi Ara, a nordest della città costiera di Hadera, nel nord del paese. Non ci sono state violenze ma alcune persone sono state comunque arrestate a entrambe le manifestazioni: secondo la polizia, nella protesta di Wadi Ara (dove c’è stato il maggior numero di fermati) alcuni stavano cercando di bloccare una strada, mentre i manifestanti dicono che sono state arrestate persone che cercavano solo di raggiungere la manifestazione.

La minoranza dei beduini conta in Israele circa 170 mila persone. Circa la metà di questi accettò di muoversi in uno dei sette insediamenti riconosciuti già esistenti tra il 1968 e il 1989, ma l’altra metà vive ancora in villaggi ritenuti abusivi dal governo israeliano e avanza diritti su un’area ampia circa 600 chilometri quadrati. I beduini sono un gruppo etnico arabo tradizionalmente diviso in tribù e abitante per lo più le aree desertiche del Medio Oriente: in Israele possiedono la cittadinanza dagli anni Cinquanta e vivono principalmente nel sud desertico, con una numerosa comunità anche nelle zone settentrionali e una scarsa presenza nel centro del paese.