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  • Lunedì 8 luglio 2013

La storia di Samantha Smith

Trent'anni fa una bambina statunitense andò a visitare l'Unione Sovietica in piena Guerra Fredda, dopo aver scritto una lettera al segretario del partito comunista

Ten year old Samantha Smith, of Manchester, Maine, holds the letter from Soviet leader Yuri V. Anderopox on April 25, 1983 in Manchester, maine that have his personal assaurance that the Soviet Unioun "Will never, but never be the first to use the nuclear weapons against any country."The fifth grader had written to Andropov earlier this month congratulating him on his new job. (AP Photo/Pat Wellenbach)
Ten year old Samantha Smith, of Manchester, Maine, holds the letter from Soviet leader Yuri V. Anderopox on April 25, 1983 in Manchester, maine that have his personal assaurance that the Soviet Unioun "Will never, but never be the first to use the nuclear weapons against any country."The fifth grader had written to Andropov earlier this month congratulating him on his new job. (AP Photo/Pat Wellenbach)

Nel 1982, quando aveva dieci anni, una giovane studentessa del Maine, Samantha Smith, decise di scrivere – in piena Guerra Fredda – una lettera all’allora segretario generale del Partito Comunista Sovietico, Jurij Andropov, chiedendogli di evitare una guerra nucleare con gli Stati Uniti. Andropov le rispose invitandola a visitare l’Unione Sovietica: lei partì, trent’anni fa, durante il viaggio fu circondata dall’attenzione dei mass media di entrambe le nazioni, e quando tornò divenne famosa in tutto il mondo.

Le lettere
Samantha Smith nacque il 29 giugno del 1972 a Houlton, nello stato del Maine, al confine tra Canada e Stati Uniti: il padre insegnava letteratura all’università, la madre lavorava come assistente sociale. Era poco più che una bambina durante l’invasione russa dell’Afghanistan, le manifestazioni di protesta anti-nucleare in Europa e nel nord America, la presidenza di Ronald Reagan – dalle posizioni fortemente antisovietiche – e la paura dello scoppio di una nuova guerra.

Quando nel 1982 Jurij Andropov prese il posto di Leonid Breznev alla guida dell’Unione Sovietica, i quotidiani e le riviste statunitensi diedero la notizia con una serie di articoli molto critici. Samantha ne lesse uno sul settimanale Time e chiese alla madre perché, se tutti vivevano nel timore di una nuova guerra, almeno lei non avesse pensato di mandare una lettera a Andropov per chiedergli che intenzioni avesse. La madre le rispose: «Perché non lo fai tu?». E Samantha, nel novembre del 1982, scrisse:

Caro Sig. Andropov,

Mi chiamo Samantha Smith. E ho dieci anni. Congratulazioni per il vostro nuovo incarico. Sono preoccupata per una possibile guerra nucleare tra Russia e Stati Uniti. Avete intenzione di votare per fare una guerra o no? Se non volete, ditemi per favore come farete per evitare che ci sia una guerra. A questa domanda potete non rispondere, ma mi piacerebbe sapere perché volete conquistare il mondo o almeno il nostro paese. Dio ha creato il mondo per noi, per vivere insieme in pace e non per combattere.

Sinceramente,
“Samantha Smith”

La sua lettera fu pubblicata sul giornale sovietico Pravda senza alcuna risposta. Così Samantha scrisse una seconda lettera, indirizzata all’ambasciatore sovietico negli Stati Uniti Anatoly Dobrynin, chiedendo se Andropov avesse intenzione di rispondere alle sue domande. Una settimana dopo l’ambasciata sovietica negli Stati Uniti telefonò a casa di Samantha dicendo che Andropov aveva risposto. Il 26 aprile arrivò a Samantha una lettera scritta in russo, accompagnata da una traduzione in inglese:

Cara Samantha,

Ho ricevuto la tua lettera, che somiglia a molte altre che mi sono arrivate di recente dal tuo paese e da altri paesi di tutto il mondo.

Mi sembra – da quello che posso leggere nella tua lettera – che tu sia una ragazzina coraggiosa e onesta, simile a Becky, l’amica di Tom Sawyer nel famoso libro del tuo compatriota Mark Twain. Questo libro è molto conosciuto e amato nel nostro paese da tutti i ragazzi e le ragazze.

Hai scritto di essere preoccupata circa la possibilità che ci sia una guerra nucleare tra i nostri due paesi. E hai chiesto se stiamo facendo qualcosa per evitare che questa guerra scoppi.

La tua domanda è la più importante tra tutte quelle che ogni uomo pensante possa mai porre. Ti risponderò con serietà e onestà.

Sì, Samantha, noi nell’Unione Sovietica stiamo tentando di fare tutto il possibile perché non ci siano guerre sulla Terra. Questo è ciò che ogni sovietico vuole. Ciò che il grande fondatore del nostro stato, Vladimir Lenin, ci ha insegnato.

Il popolo sovietico sa quale cosa terribile possa essere una guerra. Quarantadue anni fa la Germania nazista, che mirava alla supremazia su tutto il mondo, attaccò il nostro paese, bruciò e distrusse molte migliaia delle nostre città e villaggi, uccise milioni di uomini sovietici, donne e bambini.

In questa guerra, che terminò con la nostra vittoria, noi eravamo alleati con gli Stati Uniti: insieme lottammo per la liberazione di molte persone dagli invasori nazisti. Spero tu sappia tutto questo grazie alle lezioni di storia della tua scuola. Oggi desideriamo molto vivere in pace, commerciare e cooperare con tutti i nostri vicini su questa Terra – che siano vicini o lontani. E certamente anche con un grande paese come gli Stati Uniti d’America.

In America e nel nostro paese ci sono armi nucleari – armi terribili che possono uccidere milioni di persone in un istante. Ma vogliamo che non vengano mai usate. Ed è precisamente questo il motivo per cui l’Unione Sovietica ha dichiarato solennemente al mondo intero che mai – mai – userà queste armi per prima contro qualsiasi altro paese. In generale noi proponiamo di interrompere la loro produzione e di procedere all’abolizione di tutte le riserve sulla Terra.

Mi sembra che questa sia una risposta sufficiente alla tua seconda domanda: “perché volete fare la guerra al mondo intero o perlomeno al nostro paese?” Noi non vogliamo fare niente del genere. Nessuno nel nostro paese – né i lavoratori o i contadini, gli scrittori o i dottori, né gli adulti o i bambini, né i membri del governo – desidera una grande o “piccola” guerra.

Noi vogliamo la pace – siamo occupati in altre cose: far crescere il frumento, costruire e inventare, scrivere libri e volare nello spazio. Noi vogliamo la pace per noi stessi e per tutti i popoli del pianeta. Per i nostri figli e per te, Samantha.

Ti invito, se i tuoi genitori saranno d’accordo, a venire in visita nel nostro paese, il momento migliore sarebbe questa estate. Scoprirai il nostro paese, incontrerai i tuoi coetanei, visiterai un campo internazionale per bambini – “Artek” – sul mare. E vedrai con i tuoi occhi: nell’Unione Sovietica, ognuno è per la pace e l’amicizia tra i popoli.

Grazie per la tua lettera. Ti auguro tutto il meglio per la tua giovane vita.

“Y. Andropov”

Il viaggio
Questa storia ottenne grande attenzione dai media, venne raccontata dai giornali e Samantha fu intervistata da diverse televisioni americane.

Il 7 luglio del 1983, trent’anni fa, Samantha partì per l’Unione Sovietica con i suoi genitori e ci restò per due settimane, ospite di Andropov, seguita da giornalisti e fotografi. Visitò Mosca, Leningrado e trascorse del tempo ad Artek, nell’attuale Ucraina, in uno dei principali campeggi del paese. Parlando a una conferenza stampa a Mosca, dichiarò che i russi erano «proprio come noi». Anni dopo, per raccontare il suo viaggio, scrisse un libro intitolato Journey to the Soviet Union.

Quando tornò negli Stati Uniti, il 22 luglio, Samantha Smith era molto popolare: fu accolta e celebrata come “la più giovane ambasciatrice d’America”. L’anno dopo fu invitata in Giappone e parlò al Simposio Internazionale della Gioventù, proponendo che i leader sovietici e americani si scambiassero le figlie per due settimane all’anno spiegando che un presidente «non avrebbe mai voluto inviare una bomba a un paese in cui è in visita la propria figlia». Samantha Smith fu la protagonista di uno speciale per bambini sulla politica voluto dalla Disney, in cui intervistò numerosi candidati alla presidenza delle elezioni politiche del 1984, tra cui Jesse Jackson. Nel 1985 recitò con Robert Wagner in una serie televisiva di successo.

La morte di Samantha Smith
Nell’agosto di quello stesso anno un aereo su cui viaggiava Samantha Smith mancò la pista dell’aeroporto regionale Lewiston-Auburn nel Maine e si schiantò. Non sopravvisse nessuno: morirono due membri dell’equipaggio e sei passeggeri, tra i quali Samantha e suo padre. Sulla causa dell’incidente vi furono molte supposizioni (chi sospettava la CIA, chi il KGB), fu aperta un’inchiesta e il rapporto ufficiale venne reso pubblico: «l’angolazione di volo relativamente ripida dell’aereo, l’altitudine e la velocità al momento dell’impatto, hanno precluso agli occupanti dell’aereo la possibilità di sopravvivere all’incidente».

Al funerale, che si svolse ad Augusta, erano presenti circa mille persone compreso un rappresentante dell’ambasciata sovietica a Washington, che lesse un messaggio personale di condoglianze da parte di Mikhail Gorbaciov in cui si parlava di Samantha come di un «simbolo di pace e amicizia fra i due popoli»: l’URSS quell’anno le dedicò anche un francobollo commemorativo. Alla cerimonia non partecipò invece alcun rappresentante del governo statunitense: l’attività di promozione della pace di Samantha e la sua vicinanza ai sovietici furono infatti molto criticate dai conservatori americani e dagli anticomunisti, che la accusavano di propaganda. Lo stato del Maine fece costruire una statua in suo onore e la madre fondò la Samantha Smith Foundation, per favorire viaggi e scambi culturali tra studenti di Stati Uniti e Unione Sovietica.