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  • Giovedì 4 luglio 2013

L’abdicazione di Alberto II

Il re del Belgio ha detto in tv che non può più fare bene il re: lascerà il trono al figlio Filippo, la cui "timidezza paralizzante" fa discutere

King Albert II of Belgium delivers a speech at the royal palace in Brussels on July 3, 2013. Belgium's King Albert II today announced his abdication in favour of his son Philippe after two decades at the helm of the tiny country.
 "I intend to abdicate on July 21," the sovereign said in a speech broadcast to the nation from the royal palace. AFP PHOTO / BELGA - ERIC LALMAND (Photo credit should read ERIC LALMAND/AFP/Getty Images)
King Albert II of Belgium delivers a speech at the royal palace in Brussels on July 3, 2013. Belgium's King Albert II today announced his abdication in favour of his son Philippe after two decades at the helm of the tiny country. "I intend to abdicate on July 21," the sovereign said in a speech broadcast to the nation from the royal palace. AFP PHOTO / BELGA - ERIC LALMAND (Photo credit should read ERIC LALMAND/AFP/Getty Images)

Mercoledì 3 giugno Alberto II, 79 anni, re del Belgio dal 9 agosto 1993, ha detto di voler abdicare in favore del figlio Filippo. Durante un discorso al paese, trasmesso dalla televisione nazionale mercoledì 3 luglio, Alberto II ha spiegato che l’età e il suo precario stato di salute non gli permettono più di esercitare la sua funzione come prima: il 21 luglio prossimo, quindi, abdicherà a favore del suo primogenito Filippo, che ha 53 anni, è duca di Brabante e primo di tre figli (forse quattro: potrebbe avere avuto una figlia fuori dal matrimonio).

Il suo nome completo, oltre a essere molto lungo, viene riportato in tre lingue diverse – olandese, tedesco, francese – cioè le tre lingue ufficiali del Belgio. Alberto II è il sesto re della storia del Regno del Belgio: giurò nel 1993 dopo la morte per attacco cardiaco di suo fratello, Baldovino I, che aveva regnato il paese per oltre 40 anni ed era molto amato dai belgi. Baldovino non aveva figli, e per questo il regno passò ad Alberto II.

Dopo la successione, Alberto II fu coinvolto in uno scandalo di cui si parlò molto in Belgio: fu accusato di essere il padre di una figlia avuta fuori dal matrimonio, di nome Delphine Boel, e passò un momento di grande crisi con la moglie, la regina Paola. Della regina Paola vale la pena spendere qualche parola, visto che anche lei lascerà il trono il prossimo 21 luglio. Paola nacque a Forte dei Marmi nel 1937, appartenente ai Ruffo di Calabria, una delle famiglie della nobiltà italiana più antiche e blasonate. Parla correntemente italiano, francese e inglese, mentre la sua pronuncia in olandese è meno scorrevole – cosa per cui è stata a volte criticata, visto che l’olandese è la lingua madre di circa il 60 per cento dei belgi. La nuova regina del Belgio, dopo l’abdicazione di Alberto II, sarà Matilde, duchessa di Brabante.

Questa primavera si è tornati a parlare degli affari della famiglia reale del Belgio: Delphine Boel, che tra le altre cose è un’artista affermata, si rivolse a un tribunale per dimostrare di essere la figlia del re, e ancora oggi il processo non è terminato. La vicenda della presunta figlia fuori dal matrimonio, dice BBC, ha indotto diversi media a scrivere che la decisione di abdicare di Alberto II è in qualche modo legata allo scandalo reale.

Tutti i maggiori esponenti politici dei diversi partiti in Belgio hanno ringraziato il re per i quasi vent’anni di regno, specie per il ruolo svolto nell’avviare le riforme istituzionali e per avere gestito la lunga crisi politica (545 giorni) che lasciò il paese per quasi due anni senza un governo. Sul fatto invece che Filippo sia pronto a diventare re sembra che non ci sia molto accordo tra i più importanti giornalisti in Belgio: della questione si è occupato anche il quotidiano Le Soir, riportando le due diverse posizioni di chi pensa che Filippo non è pronto anche a causa della sua “timidezza paralizzante”, che lo porta sempre a nascondere le sue posizioni dietro a quelle dei suoi consiglieri, e chi invece dice che sarà un buon re perché ha avuto diverso tempo per prepararsi alla gestione dell’incarico.