Ci sono tre cinesi in orbita

Sono partiti per la più lunga spedizione spaziale mai realizzata dalla Cina, a bordo della Shenzhou 10

Martedì 11 giugno alle 5:38 del pomeriggio (le 11:38 del mattino in Italia) la missione spaziale cinese Shenzhou 10 è partita dal centro di lancio di satelliti di Jiuquan, nel deserto del Gobi, nella provincia della Mongolia Interna. A bordo della navicella spaziale, il cui nome tradotto dal cinese significa “Vascello Divino”, tre taikonauti hanno raggiunto l’orbita di parcheggio in cui rimarranno per i prossimi 15 giorni, la più lunga missione spaziale con esseri umani mai realizzata dalla Cina (il termine taikonauta è di solito utilizzato in Occidente per identificare gli astronauti cinesi, derivato dalla parola “tàikōng” che significa spazio).

La missione è un passaggio fondamentale del nuovo programma spaziale cinese, che ha come principale obiettivo la costruzione di una propria stazione orbitale che possa ospitare per diversi mesi gli astronauti, come già accade sulla Stazione Spaziale Internazionale. Il governo cinese considera il programma spaziale una delle migliori dimostrazioni dei progressi tecnologici raggiunti dalla Cina. È inoltre una dimostrazione di forza dal punto di vista economico, considerati gli svariati miliardi di euro investiti fino a ora per portare propri astronauti nello spazio.

Durante la missione spaziale, la Shenzhou attraccherà alla Tiangong 1, la prima stazione spaziale messa in orbita dalla Cina nel 2011 e che farà da base per gli studi e le ricerche necessari per realizzare una base in orbita più grande, secondo i piani entro il 2020. La Tiangong 1 è costituita di un modulo di servizio, uno per effettuare test di laboratorio e un modulo per l’attracco delle navicelle Shenzhou.

La Cina inviò per la prima volta un taikonauta nello spazio nel 2003. Il programma spaziale è proseguito negli anni seguenti, con diverse lentezze e contrattempi, a dimostrazione del fatto che la tecnologia spaziale cinese è ancora indietro rispetto a quella degli Stati Uniti e della Russia, che del resto hanno alle spalle una storia molto più lunga nelle esplorazioni spaziali. Il governo di Pechino ha piani molto ambiziosi, che comprendono anche la possibilità di riportare l’uomo sulla Luna e di costruirvi in futuro una stazione.

Il lancio di martedì è stato un successo e tutto è andato secondo i programmi. La televisione di stato cinese e buona parte dei media hanno dato grande risalto all’evento, con speciali e lunghe ore di trasmissioni in diretta dalla base spaziale nel deserto del Gobi. Tra i tra taikonauti c’è Wang Yaping, che ha 33 anni ed è la seconda donna ad andare nello spazio nell’ambito del programma spaziale cinese. Wang trasmetterà alcune lezioni dallo spazio agli studenti delle scuole della Cina. Prima di partire ha spiegato che «siamo tutti allievi davanti alla vastità dell’Universo». È un ufficiale dell’esercito e naturalmente fa parte del Partito comunista cinese.