• Mondo
  • Mercoledì 8 maggio 2013

L’uomo che diede una gomitata a Obama

La storia di Reynaldo Decerega, "l'unica persona al mondo che ha colpito il Presidente e non è stata arrestata"

CROPPED VERSION
US President Barack Obama walks to his car after a game of basketball with friends and aides on November 26, 2010 at Fort McNair in Washington, DC. Obama is holding a piece of gauze to his lip after he was injured during the game. Obama got 12 stitches in his lip after the game with Reggie Love and members of his family. White House Press Secretary Robert Gibbs gave the following statement: "After being inadvertently hit with an opposing player's elbow in the lip while playing basketball with friends and family, the President received 12 stitches today administered by the White House Medical Unit. They were done in the doctor's office located on the ground floor of the White House." The medical unit that treated Obama used a smaller filament than typically used, which increases the number of stitches but makes a tighter stitch and results in a smaller scar. Obama was given a local anesthetic while receiving the stitches. AFP PHOTO / TIM SLOAN (Photo credit should read TIM SLOAN/AFP/Getty Images)
CROPPED VERSION US President Barack Obama walks to his car after a game of basketball with friends and aides on November 26, 2010 at Fort McNair in Washington, DC. Obama is holding a piece of gauze to his lip after he was injured during the game. Obama got 12 stitches in his lip after the game with Reggie Love and members of his family. White House Press Secretary Robert Gibbs gave the following statement: "After being inadvertently hit with an opposing player's elbow in the lip while playing basketball with friends and family, the President received 12 stitches today administered by the White House Medical Unit. They were done in the doctor's office located on the ground floor of the White House." The medical unit that treated Obama used a smaller filament than typically used, which increases the number of stitches but makes a tighter stitch and results in a smaller scar. Obama was given a local anesthetic while receiving the stitches. AFP PHOTO / TIM SLOAN (Photo credit should read TIM SLOAN/AFP/Getty Images)

Il 26 novembre 2010, durante una partita di basket giocata nella base militare di Fort McNair a Washington, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama venne colpito al labbro inferiore da un avversario, che con una gomitata che gli procurò una ferita ricucita poi con dodici punti di sutura. Obama stava giocando in difesa e chi attaccava lo colpì mentre cercava di liberarsi per andare a canestro. Le foto di Obama col labbro rotto fecero il giro del mondo, e proprio in questi giorni l’uomo che colpì Obama – Reynaldo Decerega, 40 anni – ha raccontato per la prima volta (dopo tre anni) come andarono le cose, al Boston Globe.

Barack Obama va spesso a giocare a basket con un gruppo di amici e impiegati della Casa Bianca e del governo, tutti molto forti, tutti che hanno giocato nelle squadre dell’università. Obama è il meno bravo del gruppo (ha anche vent’anni più degli altri, mediamente) ma se la cava, aveva spiegato qualche mese fa il giornalista Michael Lewis in un lungo articolo per Vanity Fair. Soprattutto urla e parla e commenta molto. Gli altri lo trattano come uno qualsiasi (“altrimenti non vengono più invitati”), occasione più unica che rara nella vita del presidente. Per il suo compleanno del 2010 invitò a una partita alcuni dei giocatori più importanti della NBA.

Per Obama fu il primo infortunio da presidente. Subito dopo il colpo i medici della base militare gli fecero un’anestesia locale, e misero i punti di sutura: usarono dei fili molto sottili, che richiesero più punti ma che agevolarono la formazione di una cicatrice più piccola e meno visibile. Uscendo dalla base militare Obama fu ripreso dalle telecamere di alcune televisioni con una garza sul labbro e una volta rientrato alla Casa Bianca fu fotografato mentre teneva sulla bocca una piccola borsa di ghiaccio.

L’avversario di Obama
La Casa Bianca comunicò il nome della persona che aveva colpito Obama alla fine della giornata, qualche ora dopo l’interruzione della partita. Si trattava di Reynaldo Deceraga, direttore delle policy del Congressional Hispanic Caucus Institute, un centro studi del Congresso che fa riferimento ai latinoamericani. Dopo l’incidente, in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca, Deceraga disse che «il presidente era stato un avversario impegnativo» e di essere «sicuro di rivederlo presto in campo». Tra gli altri partecipanti a quella partita c’erano Avery Robinson, il nipote di Obama, Reggie Love, il suo assistente personale, e Arne Duncan, il ministro dell’istruzione.

Chi è Reynaldo Decerega
Reynaldo Decerega è nato a Panama e si è trasferito negli Stati Uniti quando aveva 6 anni. Ha avuto una gran carriera: ha fatto per un po’ l’insegnante di storia, ha una laurea e un master, è considerato uno dei più brillanti studiosi latinoamericani e prima di arrivare a lavorare al Congresso ha fatto, tra le altre cose, l’allenatore di pallacanestro per squadre di bambini e ragazzini. Decerega è stato anche un buon giocatore di basket, da giovane: quando faceva parte della squadra della St. Stephen’s High School vinse per due volte il campionato nazionale, e successivamente giocò nella squadra dell’Università della Virginia.

La gomitata
Decerega ha spiegato che lui si trovava in fase di attacco, e Obama stava difendendo su di lui: «Stavo cercando di liberarmi, mentre lui mi stava pressando». Poi, spalle al canestro, «ho cercato di portare la palla dalla mano sinistra alla destra e, giratomi di scatto verso il canestro, cercando di farmi largo con le braccia, ho colpito il suo labbro». Obama cadde a terra. «È stato come un incidente in macchina», ha spiegato, «ci sono voluti cinque minuti prima di realizzare quanto era successo». La partita, ovviamente, fu subito sospesa.

Reynaldo Decerega ha detto di aver guardato il suo gomito destro, «che perdeva un po’ di sangue» e su cui vennero messi quattro punti di sutura. Obama, invece, «si teneva stretto il labbro, a terra, ma restò calmo, senza urlare». Gli agenti della sicurezza non intervennero nei suoi confronti, ovviamente, ma anzi lo portarono al pronto soccorso, dove gli medicarono il braccio e dove lui disse di essersi ferito giocando a basket «ma senza dire nulla di Obama».

Tutti vogliono Deceraga
Deceraga ha raccontato che nei giorni successivi all’incidente si ritrovò «nel bel mezzo di una tempesta mediatica, con molti di giornalisti piazzati davanti a casa». Decise così di andarsene per un po’ fuori città ma molti continuarono a cercarlo, anche a casa di sua sorella, a Indianapolis. Decerega ha raccontato anche di aver ricevuto diverse e-mail: alcuni lo disprezzavano, altri gli scrissero che avrebbe dovuto colpire il presidente «ancora più duro». I suoi familiari erano anche preoccupati che qualcuno potesse fargli del male.

Dopo un po’ di tempo Deceraga decise di inviare «un biglietto di scuse alla Casa Bianca». Tre giorni dopo ricevette «un grande pacco regalo, con il sigillo presidenziale». Si trattava di una cornice che conteneva una sequenza di tre fotografie scattate durante quella partita: «una del presidente in pressione su di me, una del momento in cui cercavo di girarmi, e una di lui che si teneva il labbro». La cornice era accompagnata da un biglietto di Obama con scritto: “Per Rey, l’unica persona al mondo che ha colpito il Presidente e non è stata arrestata”. Deceraga fu grato e commosso: «il presidente ha dedicato parte del suo tempo a pensare a me, un gesto incredibile». Decerega ha detto di essersi sentito molto meglio, dopo il biglietto: «quell’ansia che avevo per avergli fatto del male non c’era più». Quasi un anno dopo, in occasione di un evento organizzato per la comunità ispanica alla Casa Bianca, Obama invitò Deceraga e gli rivolse pubblicamente un saluto, chiamandolo “amico mio”.