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  • Sabato 23 marzo 2013

Che cos’è la March Madness

Dal 21 marzo è iniziata la fase finale del torneo universitario di basket americano, seguito da milioni di tifosi: come funziona, chi partecipa e chi sono i favoriti di quest'anno

AUBURN HILLS, MI - MARCH 21: Cheerleaders for the Michigan Wolverines perform against the South Dakota State Jackrabbits during the second round of the 2013 NCAA Men's Basketball Tournament at at The Palace of Auburn Hills on March 21, 2013 in Auburn Hills, Michigan. (Photo by Jonathan Daniel/Getty Images)
AUBURN HILLS, MI - MARCH 21: Cheerleaders for the Michigan Wolverines perform against the South Dakota State Jackrabbits during the second round of the 2013 NCAA Men's Basketball Tournament at at The Palace of Auburn Hills on March 21, 2013 in Auburn Hills, Michigan. (Photo by Jonathan Daniel/Getty Images)

Il 21 marzo 2013 è cominciata la March Madness, la “Follia di Marzo”, cioè la fase finale del torneo di basket universitario americano. Partecipano le rappresentative degli studenti della NCAA (National Collegiate Athletic Association), l’associazione che raggruppa circa 1.300 college e istituti universitari. La March Madness rappresenta in assoluto uno degli eventi sportivi più seguiti dal pubblico statunitense, soprattutto in televisione: la CBS, l’emittente che ha i diritti, paga ogni anno circa 1 miliardo di dollari per avere l’esclusiva.

A determinare questo grande seguito è soprattutto il fatto che le università e i college sono sparse un po’ per tutto il territorio americano, a differenza delle squadre della NBA (National Basketball Association) – il campionato professionistico nazionale – che si trovano principalmente nelle grandi città. In molti locali pubblici vengono appesi alle vetrine grandi tabelloni con la griglia delle partite da giocare, aggiornati man mano che il torneo prosegue.

Si tratta anche di un’occasione molto importante per gli stessi giocatori che arrivano alla fase finale, perché hanno la possibilità di mettersi in mostra agli occhi degli osservatori mandati dalle squadre professionistiche, cercando così di piazzarsi nella posizione migliore per il draft di giugno: il draft è un evento annuale della NBA nel quale le squadre possono scegliere nuovi giocatori, solitamente provenienti dai college.

La parte finale del campionato universitario di basket si svolge durante tre fine settimana, a cavallo tra marzo e aprile: il tabellone principale del torneo è iniziato giovedì 21 marzo e si concluderà l’8 aprile ad Atlanta, con la finale che deciderà il college campione NCAA. Partecipano in tutto 68 squadre: quattro incontri preliminari determinano però le 64 squadre che fanno parte del tabellone principale. Le squadre si affrontano ad eliminazione diretta, in gara unica e su campi neutri.

Il tabellone ufficiale, il bracket, viene compilato a Indianapolis, sede della NCAA, da una commissione di dieci membri, e non sono mancate negli anni le polemiche su alcuni possibili “conflitti di interesse” da parte di qualcuno. In una settimana vengono decisi gli accoppiamenti, quali sono le teste di serie e alcune delle squadre che entreranno in tabellone.

Trentuno squadre di altrettante università si qualificano alla fase finale vincendo la propria conference, cioè le diverse leghe, mentre le altre 37 vengono invitate in base a una decisione della commissione, che si basa su alcuni fattori: numero di vittorie, qualità degli avversari battuti e altri criteri che riguardano le statistiche. Oltre a questo però, nella scelta c’è anche una dose di soggettività da parte della commissione. Il tabellone è suddiviso in quattro aree, chiamate regional: ogni regional ha le proprie teste di serie. Rispetto alle partite di NBA, ci sono anche delle differenze nelle regole: ogni azione offensiva dura 35 secondi, contro i 24 della lega professionistica, e i tempi sono due da 20 minuti, mentre in NBA ce ne sono quattro da 12 minuti.

I primi vincitori ufficialmente riconosciuti del torneo nazionale furono gli Oregon Ducks che nel 1939 batterono per 46 a 33 l’Ohio State. I campioni in carica sono invece i Kentucky Wildcats, che a causa di una stagione negativa non sono neanche stati ammessi al torneo. Tra le teste di serie, che partono come favorite, ci sono l’Indiana University e la Gonzaga University. Le altre due teste di serie sono Kansas e Louisville: l’anno scorso arrivarono entrambe tra le ultime quattro, nelle Final Four. Oltre a seguire le partite e i giocatori più forti però, durante queste settimane, i tifosi passano gran parte del loro tempo a cercare di indovinare il vincitore, compilando ognuno il proprio bracket e scommettendo il loro pronostico.