Il nuovo presidente del Kenya

Uhuru Kenyatta ha vinto con un piccolo margine su Raila Odinga, che non ha riconosciuto la sconfitta e ha parlato di brogli

Kenya's Deputy Prime Minister and The National Alliance (TNA) presidential candidate Uhuru Kenyatta addresses party surppoters during a rally on March 2, 2013 in Nairobi on the last day of campaigning, 48 hours ahead of presidential, gubernatorial and senatorial elections. AFP PHOTO/SIMON MAINA (Photo credit should read SIMON MAINA/AFP/Getty Images)
Kenya's Deputy Prime Minister and The National Alliance (TNA) presidential candidate Uhuru Kenyatta addresses party surppoters during a rally on March 2, 2013 in Nairobi on the last day of campaigning, 48 hours ahead of presidential, gubernatorial and senatorial elections. AFP PHOTO/SIMON MAINA (Photo credit should read SIMON MAINA/AFP/Getty Images)

Uhuru Kenyatta è il nuovo presidente del Kenya. Kenyatta ha vinto le elezioni presidenziali con il 50,03 per cento dei voti, dopo un lungo conteggio durato circa cinque giorni. L’attuale vice primo ministro è figlio del “padre fondatore” e primo presidente del paese, Jomo Kenyatta. Nonostante il margine di vantaggio molto basso rispetto al principale sfidante, Raila Odinga (l’attuale primo ministro), non ci sarà bisogno del ballottaggio, dato che secondo la legge elettorale del paese chi supera il 50 per cento dei voti viene eletto al primo turno.

La vittoria di Uhuru Kenyatta è stata dichiarata ufficialmente dalla commissione elettorale nella giornata di oggi, dopo le polemiche per il riconteggio dei voti e le accuse di brogli. L’elezione di Kenyatta è stata anche discussa a lungo da molti governi occidentali, per le accuse nei suoi confronti della Corte Penale Internazionale dell’Aia per crimini contro l’umanità.

Già da questa mattina sono iniziati i festeggiamenti dei suoi sostenitori. Raila Odinga, che il 7 marzo aveva dichiarato che le elezioni erano state truccate, ha ottenuto il 43,28 per cento dei voti: un suo consigliere ha detto che la vittoria di Kenyatta non sarà riconosciuta dallo sfidante e che verrà avviato un procedimento legale per brogli elettorali. Secondo Odinga, in alcuni seggi il numero delle schede scrutinate avrebbe superato quello dei voti espressi. Mercoledì scorso c’erano stati malfunzionamenti del sistema elettronico di trasmissione dei voti e le schede erano state poi contate a mano.

Secondo gli osservatori internazionali – 2.600 stranieri su 23.000 totali – il conteggio dei voti è stato fatto in maniera trasparente. In totale, Kenyatta ha ottenuto 6.173.433 voti su 12.338.667 voti espressi, mentre Odinga ne ha ottenuti 5.340.546. Inoltre, la commissione elettorale dovrebbe confermare anche la vittoria di Kenyatta con almeno il 25 per cento dei voti in 24 contee sulle 47 totali, che rappresenta uno dei requisiti per essere dichiarato ufficialmente presidente.

La vittoria di Kenyatta potrebbe compromettere i rapporti del Kenya con alcuni paesi occidentali. Su tutti, il Regno Unito: le autorità britanniche avevano lasciato intendere che il governo potrebbe non riconoscere la vittoria di Kenyatta, per le accuse di violenza contro alcune tribù del paese. Si teme, infatti, che si possano ripetere le violenze del 2007, quando gli scontri post elettorali causarono 1.200 morti e circa 600 mila sfollati. Proprio a causa di quelle violenze la Corte Penale Internazionale incriminò sei persone, tra cui Kenyatta e il suo vice William Ruto.

Foto: Uhuru Kenyatta (SIMON MAINA/AFP/Getty Images)