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  • Venerdì 1 febbraio 2013

L’allerta terremoto in Garfagnana

Centinaia di persone hanno trascorso la notte fuori dalle loro abitazioni in seguito a un discusso comunicato della Protezione Civile

Alle 22:19 di giovedì 31 gennaio, il Comune di Castelnuovo di Garfagnana (in provincia di Lucca) ha pubblicato su Twitter un messaggio, consigliando ai propri cittadini di “uscire di casa e rimanere all’aperto” in seguito a una comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri ricevuta dai suoi amministratori. Centinaia di persone, che da una settimana circa devono fare i conti con una nuova serie di terremoti di moderata entità, hanno seguito il consiglio e hanno dormito in automobile o nei punti di ritrovo e accoglienza antisismici che sono di solito utilizzati per le emergenze terremoto. L’avviso del comune di Castelnuovo, cui hanno fatto seguito altri comunicati alla popolazione nei comuni confinanti diffusi anche strada per strada, ha fatto molto discutere nelle ultime ore e c’è chi ha parlato di un eccessivo allarmismo da parte dell’amministrazione locale, il cui intervento si è basato su una semplice allerta data dalla Protezione Civile.

Nella serata di giovedì, il Dipartimento della Protezione Civile, che fa parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha infatti inviato alle proprie agenzie regionali di Toscana ed Emilia Romagna un breve comunicato di aggiornamento sui terremoti nella zona della Garfagnana rilevati dopo la scossa di magnitudo 4.8 delle 15:48 di venerdì 25 gennaio. Quel terremoto era stato sentito nettamente dalla popolazione nell’area, non aveva causato particolari danni a cose o persone, ma aveva comunque creato apprensione per il timore di altre scosse con magnitudo maggiore.

Il comunicato della Protezione Civile, firmato dal suo capo dipartimento Franco Gabrielli, è basato sulle rilevazioni effettuate nell’ultima settimana dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che ha rilevato circa 266 repliche, 265 delle quali con magnitudo inferiore a 3.0. L’unica scossa superiore a questo valore c’è stata nella notte tra mercoledì 30 e giovedì 31 gennaio, con una magnitudo pari a 3.3. Partendo da questi dati, il comunicato dice che:

Se resta confermata l’ipotesi che la sequenza sia generata da una struttura orientata nord-est/sud-ovest, dunque trasversale alla catena, nelle prossime ore potrebbero avvenire altre scosse a sud-ovest della scossa principale, in prossimità dell’abitato di Castelnuovo in Garfagnana e dell’epicentro del terremoto del 23 gennaio 1985 (magnitudo 4.2).

Ricevuto il comunicato, le agenzie regionali della Protezione Civile hanno diffuso l’informazione alle zone interessate, a partire dalla Provincia di Lucca, che si sono poi organizzate di conseguenza per gestire l’allerta. Il sindaco di Castelnuovo ha deciso di diffondere una serie di avvisi alla popolazione, citando il rischio di una nuova scossa e invitando i concittadini a non rimanere nelle loro case. Al Tirreno il sindaco ha detto che si è trattato di “un atto dovuto per tutelare i cittadini” e che la popolazione “ha risposto comunque bene e ha raggiunto le aree adibite all’emergenza in modo ordinato”. Venerdì 1 febbraio, per ulteriore precauzione, le scuole di Castelnuovo resteranno chiuse. I comuni della Garfagnana hanno anche fissato una riunione per discutere e coordinare la loro risposta in seguito all’allerta.

Anche secondo il presidente della provincia di Lucca, Stefano Baccelli (PD), il comunicato della Protezione Civile ha costituito una “corretta e doverosa informazione in via cautelare”. Ha poi spiegato che i vari comuni interessati non hanno comunque dato un ordine di evacuazione, ma hanno semplicemente consigliato alla cittadinanza di uscire dalle proprie abitazioni e di trascorrere la notte in luoghi ritenuti più sicuri. Sono stati allestiti punti di raccolta a Coreglia Altelminelli, Borgo a Mozzano, Barga, Castelnuovo, Gallicano e San Romano. Anche se ci sono un po’ di caos e informazioni contrastanti tra loro, la prefettura di Lucca ha spiegato che non ci sono per ora particolari criticità.

Alcuni hanno invece avuto l’impressione che l’allerta sia stata gestita con un allarmismo eccessivo e ingiustificato, forse dovuto a una interpretazione affrettata del comunicato firmato da Gabrielli. Nel documento non si parla infatti di possibili scosse con magnitudo superiore rispetto al terremoto della settimana scorsa e si fa riferimento alla sequenza sismica già in atto nella zona. Del resto, è bene ricordare sempre che allo stato delle conoscenze scientifiche attuali non è possibile prevedere con precisione quando si verificherà un terremoto, né quale sarà la sua magnitudo. Gabrielli ha comunque definito “giusta” l’allerta data dai comuni della Garfagnana.

Il comunicato della Protezione Civile e la reazione nelle ultime ore riaprono, o per lo meno fanno ripensare, al dibattito nato a fine ottobre 2012 in seguito alla condanna a sei anni di reclusione per i sette componenti della Commissione grandi rischi, per i fatti legati al terremoto all’Aquila del 2009. La condanna fu data non perché gli esperti della Commissione non avessero previsto il terremoto più forte (cosa impossibile da fare), ma in sostanza per negligenza professionale nel determinare i rischi nel caso di un grande terremoto, cosa che avrebbe poi influito sulla scelta di alcune persone, causandone indirettamente la morte.

La sentenza di ottobre è stata molto discussa in questi mesi, sia in Italia sia all’estero, e ha avuto per lo meno il merito di ricordare che la prevenzione di un disastro per un evento inevitabile come un terremoto passa dalla corretta determinazione del rischio. L’impressione che si sono fatti in molti è che con il comunicato di giovedì la Protezione Civile, e ancora di più gli amministratori locali, in un certo senso si siano voluti tutelare facendo scattare l’allerta.