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  • Lunedì 28 gennaio 2013

L’esercito francese a Timbuctu

La Francia ha detto di aver preso il controllo dell'aeroporto senza combattere e continua l'avanzata a nord del Mali

This handout picture taken on January 19, 2013 and released on January 22, 2013 by the French Army Communications Audiovisual office (ECPAD) shows a French soldier (L) speaking with a Malian soldier in Niono. French and Malian troops have recaptured the Malian towns of Diabaly and Douentza from Islamist fighters, France's defence minister said today. Mali's army chief said on January 22 his French-backed forces could reclaim the northern towns of Gao and fabled Timbuktu from Islamists in a month, as the United States began airlifting French troops to Mali. AFP PHOTO / ECPAD / ARNAUD ROINE
RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY CREDIT "AFP PHOTO / ECPAD / ARNAUD ROINE" - NO MARKETING NO ADVERTISING CAMPAIGNS NO ARCHIVES - DISTRIBUTED AS A SERVICE TO CLIENTS - TO BE USED WITHIN 30 DAYS FROM 01/22/2013 (Photo credit should read ARNAUD ROINE/AFP/Getty Images)
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L’esercito francese ha detto di aver preso il controllo dell’aeroporto di Timbuctu, in Mali, senza incontrare resistenze né nella struttura né durante l’avvicinamento. La notizia è stata data dalle principali agenzie di stampa internazionali e confermata da una fonte militare francese all’Agence France Presse. La scarsa o nulla resistenza incontrata è vista paradossalmente come negativa: i ribelli hanno preferito nascondersi ed evitare il combattimento, e si teme che possano preferire azioni di guerriglia e terrorismo in città. Le truppe della Francia e quelle del Mali da settimane spingono verso nord, respingendo l’offensiva dei gruppi ribelli, e sabato avevano conquistato Gao, la città più popolosa nel nord del Mali.

Gao ha circa 80 mila abitanti, era caduta l’anno scorso nella mani dei ribelli ed era diventata da allora una specie di capitale degli islamisti. I media francesi hanno scritto che si tratta della «prima grande vittoria» dell’operazione “Serval”, che è cominciata l’11 gennaio e che finora ha impegnato 3.700 militari francesi, di cui 2.500 schierati in Mali. La guerra in Mali, sostenuta da una risoluzione approvata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza dell’ONU, è costata finora un morto all’esercito francese e un numero di feriti che non è stato comunicato, così come non si conosce il numero dei civili uccisi.

L’esercito francese ha fatto sapere che non ci sono stati veri e proprio combattimenti per riprendere Gao, che era già stata colpita dall’aviazione nei giorni scorsi, ma soltanto «sporadiche operazioni di disturbo da parte dei ribelli». Nei giorni scorsi diverse altre città erano cadute nelle mani delle truppe francesi e di quelle del Mali – tra le principali Konna e Diabaly. Il 24 gennaio un gruppo di ribelli si è staccato dal principale movimento islamico, Ansar ad-Din, e ha chiesto un cessate il fuoco e una soluzione pacifica al conflitto. Un altro gruppo ha chiesto di aprire negoziati per rilasciare alcuni ostaggi francesi. Queste divisioni nelle forze ribelli sono state definite dal governo francese «un buon segno». Il primo ministro Jean-Marc Ayrault ha comunque dichiarato che il governo non intende negoziare con i ribelli.

La parte settentrionale del Mali, un’ex colonia francese, è stata occupata da diversi gruppi d’ispirazione islamica salafita e wahabita, che si sono ribellati al governo. A questo gruppo era alleata anche una minoranza del paese, quella dei Tuareg, che compone circa il 10 per cento della popolazione. Il loro principale movimento (MNLA) si è scontrato alla fine dell’anno scorso con gli islamisti ed è stato respinto dalle principali città del nord. A dicembre l’MNLA ha cambiato fronte, schierandosi con il governo e contro i ribelli islamisti. Questi ribelli sono composti in realtà da una pluralità di gruppi: alcuni si ritiene che siano affiliati in qualche modo ad al Qaida. Il più importante di questi gruppi è probabilmente quello degli Ansar ad-Din (nome che significa “difensori della fede” in arabo).

foto: ARNAUD ROINE/AFP/Getty Images