Oggi si vota in Catalogna
Per eleggere il nuovo parlamento autonomo regionale, dopo una campagna elettorale centrata sulla questione dell'indipendenza dalla Spagna
di Francesco Marinelli – @frankmarinelli
Oggi in Catalogna si vota per il parlamento del governo autonomo della regione, la Generalitat. Il risultato delle elezioni nella regione più popolata (7,5 milioni di abitanti) e più ricca della Spagna avrà probabilmente conseguenze importanti per una delle questioni più dibattute nella regione e nel paese, quella dell’indipendenza catalana.
I sondaggi danno come favorito il partito di centrodestra che guida il governo locale, Convergència i Uniò (CiU), guidato da Artur Mas, che è anche il principale promotore della causa indipendentista. Per ottenerla, però, il partito dovrà per prima cosa conquistare la maggioranza assoluta dei seggi (68 su 135), o cercare un accordo con i partiti nazionalisti più piccoli, che gli permetterebbe di governare da solo e fare il referendum sull’autodeterminazione.
Ad ogni modo, il governo centrale di Madrid, guidato da Mariano Rajoy, ha sempre detto di essere contrario all’ipotesi indipendentista e che si opporrà anche sulla base di quanto stabilisce la Costituzione del 1978, che sancisce l’unità territoriale della Spagna e prevede soltanto alcune forme di autonomia come quelle di Paesi Baschi e Navarra. Stando a quanto dice la Costituzione, un referendum sull’indipendenza sarebbe considerato illegale e il Partito Popolare di Rajoy bloccherà probabilmente qualsiasi tipo di riforma che possa modificare quelle norme.
Contro l’indipendenza si sono schierati anche tutti i partiti d’opposizione a livello locale: il Partito dei Cittadini, il Partito Popolare della Catalogna e il Partito Socialista della Catalogna. Secondo alcuni, l’insistenza sull’indipendenza da parte di Mas è solo un modo per distogliere l’attenzione dallo stato disastroso delle finanze catalane e non è in realtà un’opzione realistica.
D’altronde, già oggi la Catalogna gode di ampia autonomia per tutta una serie di servizi, scrive un’analisi dell’Economist: gestisce la scuola, gli ospedali, la polizia, le carceri e gli istituti culturali. Mancano soltanto l’autonomia dell’imposizione fiscale e alcuni apparati burocratici più tipici degli stati.
Ma è proprio su questo punto che Artur Mas ha incentrato la sua campagna elettorale, nella speranza di convincere i catalani che con l’autonomia si possa migliorare la propria situazione economica contro la recessione. Sempre secondo l’Economist, l’autonomia fiscale porterebbe alla Catalogna maggiori entrate, ma anche un debito più alto, superiore a quello nazionale.
Scrive BBC, infatti, la questione oltre che politica sembra essere soprattutto economica: Mas ha indetto le elezioni anticipate (di due anni) proprio per una battaglia contro il governo, col fine di alleggerire il carico fiscale dovuto alla Spagna. Secondo Artur Mas, la Catalogna riceve un trattamento economico iniquo da parte del governo, tanto da aspirare ai finanziamenti europei come futuro membro dell’Unione Europea.
Il Prodotto Interno Lordo catalano è di circa 200 miliardi di euro, superiore a quello di alcuni stati dell’Unione. La Catalogna contribuisce, in totale, a un quinto del PIL della Spagna, anche se la crisi economica, la recessione e la cattiva gestione hanno portato il suo debito a 42 miliardi di euro, sui 140 miliardi del debito globale delle diciassette regioni spagnole. La Catalogna è stata costretta a chiedere al governo centrale un prestito di 5 miliardi di euro.
Foto: Artur Mas, leader di Convergència i Uniò (LLUIS GENE/AFP/Getty Images)