I problemi con il bilancio dell’UE

Alcuni stati membri non vogliono accettare l'aumento del budget richiesto dalle istituzioni europee: ci sono in ballo anche i soldi per i terremotati di Emilia-Romagna e Lombardia

di francesco marinelli

FRANKFURT AM MAIN, GERMANY – APRIL 09: A huge euro logo stands in front of the headquarters of the European Central Bank (ECB) on April 9, 2009 in Frankfurt am Main, Germany. The city of Frankfurt, seat of the European Central Bank (ECB), the Frankfurt stock exchange and several large banks, is the financial centre of Germany. (Photo by Ralph Orlowski/Getty Images)

FRANKFURT AM MAIN, GERMANY – APRIL 09: A huge euro logo stands in front of the headquarters of the European Central Bank (ECB) on April 9, 2009 in Frankfurt am Main, Germany. The city of Frankfurt, seat of the European Central Bank (ECB), the Frankfurt stock exchange and several large banks, is the financial centre of Germany. (Photo by Ralph Orlowski/Getty Images)

Dopo settimane di colloqui e negoziati, le istituzioni dell’Unione Europea non sono riuscite a trovare un accordo con gli stati membri per il bilancio del 2013, né ad approvare ulteriori finanziamenti per quest’anno, oltre a quelli già stanziati. La Commissione Europea e il Parlamento europeo hanno chiesto di aumentare il bilancio, per l’anno prossimo, del 6,8 per cento. Ma la maggior parte dei governi ha detto di essere disponibile soltanto a un aumento massimo del 2,8 per cento. Attualmente, il bilancio previsto dall’Unione Europea per il 2013 è complessivamente di 137,9 miliardi di euro.

Inoltre, a fine mese si dovrà decidere anche sull’accordo per il bilancio di lungo termine (2014-2020) e il fallimento dei negoziati dei giorni scorsi non è di buon auspicio. Le tensioni che ci sono state negli incontri di ieri riguardavano anche i soldi da aggiungere per l’anno in corso, in particolare i 9 miliardi di euro in più che le istituzioni europee avrebbero chiesto agli stati membri per coprire i progetti sull’educazione, le infrastrutture e la ricerca. Dopo otto ore di discussione non è stato trovato alcun accordo: sia la Germania che la Francia si sono dette contrarie. Anche all’interno del Parlamento europeo ci sono stati scontri tra i deputati conservatori, soprattutto quelli britannici, e il presidente Martin Schulz, sempre riguardo i 9 miliardi di euro in più per quest’anno.

Il bilancio del 2012, per ora, è di 129,1 miliardi di euro, cioè l’1,9 per cento in più rispetto a quello del 2011. Tra i progetti che potrebbero subire dei tagli c’è quello dell’Erasmus, il programma di scambio degli studenti universitari di diverse nazionalità, inaugurato 25 anni fa. Le discussioni di ieri hanno riguardato anche un argomento che interessa molto all’Italia, ovvero i soldi che l’Unione Europea aveva promesso di stanziare per i terremotati dell’Emilia Romagna e della Lombardia. Si tratta di 670 milioni di euro, ma anche su questo punto il Parlamento europeo non ha trovato una soluzione. E anche qui la Germania avrebbe detto di no. Il Corriere della Sera di oggi scrive però che un compromesso sarebbe stato trovato e che i soldi verranno messi a disposizione. Anche se per una conferma bisognerà aspettare martedì prossimo, quando ci sarà l’ECOFIN, la riunione dei ministri dell’Economia dei paesi membri.

La questione comunque non riguardava tanto lo stanziamento dei soldi per i terremotati come principio di solidarietà, che non è mai stato messo in discussione, quanto i tempi: cioè se mettere questi soldi a carico del bilancio europeo di quest’anno o su quello dell’anno prossimo. E il compromesso che è stato raggiunto sarebbe di metterli nel conto del 2013. Va ricordato che la stima complessiva dei danni causati dal terremoto in Emilia Romagna e in Lombardia è di 13,3 miliardi di euro.

I negoziati comunque continueranno, anche sul bilancio del 2013, che rappresenta il tema centrale: in linea di massima ci sono ancora venti giorni per trovare un accordo, altrimenti la Commissione Europea dovrà rivedere la sua proposta di bilancio. Tra i principali accusatori dei metodi europei c’è il Regno Unito. Il segretario al Tesoro britannico Greg Clark ha criticato l’Unione Europea e la sua mancanza di «disciplina fiscale», proprio in una fase in cui gli stati stanno tagliando ognuno la propria spesa. Tanto che il governo britannico ha minacciato di porre un veto sull’approvazione del bilancio 2014-2020.

Negli ultimi dieci anni il bilancio dell’Unione Europea è aumentato costantemente, anche se di solito i soldi spesi sono stati meno di quelli che erano stati preventivati. Il bilancio dell’Unione Europea rappresenta l’1 per cento del PIL di tutti gli stati membri messi insieme e nel 2012 cinque paesi (Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Spagna) hanno contribuito a quasi la metà del bilancio europeo.

Il bilancio previsto per il 2013, che è stimato in 137,9 miliardi di euro, è così suddiviso:

Coesione, cioè i finanziamenti per i paesi che hanno problemi economici (compresa l’Italia) pari a 42,5 miliardi di euro.
Competitività, cioè il finanziamento per la ricerca e lo sviluppo e per promuovere le fonti di energia rinnovabili, pari a 12,1 miliardi di euro.
Cittadinanza, libertà, sicurezza e giustizia, cioè la lotta al terrorismo, l’accoglienza dei rifugiati e la mobilità degli studenti universitari, pari a 1,4 miliardi di euro.
Politiche agricole, cioè gli aiuti a favore degli agricoltori europei, pari a 43,6 miliardi di euro.
Amministrazione, cioè i fondi per le istituzioni europee, per pagare le pensioni degli ex funzionari e per finanziare le scuole dei figli del personale dell’Unione Europea, pari a 8,2 miliardi di euro.
L’Unione Europea come attore globale, cioè i finanziamenti messi a disposizione dei paesi in via di sviluppo, pari a 7,6 miliardi di euro.

Per l’Unione Europea, il 2013 rappresenterà anche l’ultimo anno di un progetto finanziario iniziato sette anni fa e quindi una fase in cui dovranno essere saldati molti pagamenti per i progetti avviati nel 2007: anche per questo motivo è stato richiesto un aumento della quota da mettere a bilancio. Il prossimo vertice dell’Unione Europea per cercare di raggiungere un accordo su questo punto è stato programmato per il 22-23 novembre prossimi.

Foto: Ralph Orlowski/Getty Images