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  • Domenica 7 ottobre 2012

Le grandi manifestazioni in Spagna

Le foto delle migliaia di persone che hanno protestato in 57 città contro le nuove misure di tagli per molti settori: sanità, istruzione, cultura e pubblico impiego

People hold banners against cuts during a demonstration in Madrid, Spain, Sunday, Oct. 7, 2012. Thousands of people called by 150 organizations are marching in 56 Spanish cities to protest punishing austerity cuts they say will only increase unemployment and job insecurity. (AP Photo/Alberto Di Lolli)

People hold banners against cuts during a demonstration in Madrid, Spain, Sunday, Oct. 7, 2012. Thousands of people called by 150 organizations are marching in 56 Spanish cities to protest punishing austerity cuts they say will only increase unemployment and job insecurity. (AP Photo/Alberto Di Lolli)

Migliaia di cittadini spagnoli hanno manifestato in 57 città del paese, per protestare contro le misure economiche decise dal governo conservatore di Mariano Rajoy. Le proteste andranno avanti anche nelle prossime settimane e c’è la possibilità che il 14 novembre ci sia uno sciopero generale. Anche i sindacati che hanno organizzato la manifestazione di oggi, la Confederación Sindical de Comisiones Obreras (CCOO) e Union General de Trabajadores (UGT), hanno minacciato la proclamazione di uno sciopero generale, se il governo non istituirà un referendum per far esprimere i cittadini sui tagli decisi nel settore della sanità, dell’istruzione, della cultura e del pubblico impiego.

Circa 60 mila persone hanno partecipato alla marcia organizzata dai principali sindacati a Madrid, la capitale. Ma non ci sono state violenze. Nell’ultima manifestazione, il 25 settembre scorso, c’erano stati 64 feriti e 35 persone erano state arrestate. Inoltre, giovedì scorso un tribunale spagnolo ha respinto un ricorso presentato dalla polizia, contro gli organizzatori della manifestazione di settembre, motivando la sua decisione con il diritto alla libertà di espressione. La magistratura spagnola indagherà anche sul comportamento della polizia alla stazione Atocha di Madrid, durante gli scontri.

Il Consiglio dei ministri spagnolo ha approvato il 23 settembre scorso i Presupuestos Generales per il 2013, cioè la principale legge finanziaria del paese, che illustra i conti dello Stato e contiene le misure di indirizzo economico. Nel 2011 il deficit di bilancio spagnolo è stato del 9 per cento e gli obiettivi sono di ridurlo al 6,3 per cento nel 2012 e al 4,5 per cento nel 2013. Sempre nel 2013, le maggiori spese per interessi costeranno allo Stato spagnolo circa 9,75 miliardi di euro, che annullano i tagli previsti per l’anno prossimo alle dotazioni dei ministeri (3,8 miliardi di euro).

La legge finanziaria è composta per quasi il 60 per cento di tagli di spesa e per poco più del 40 per cento di aumenti nelle entrate: circa 824 milioni di euro arriveranno da una tassa del 20 per cento sui premi delle lotterie (fino a oggi esentasse). Il grosso delle entrate verrà da un aumento delle tasse, generale, che dovrebbe portare circa 4,3 miliardi di euro nel prossimo anno. Inoltre, per i prossimi dodici anni saranno tagliati investimenti alle infrastrutture e nel settore della cultura, già colpito dall’aumento dell’IVA.

Il governo di Mariano Rajoy ha presentato in settimana una ulteriore misura da 13 miliardi di euro, in aggiunta a quelle decise a settembre. Non si sa ancora se richiederà alla Commissione Europea il piano di salvataggio del cosiddetto “fondo salva stati”, per evitare l’insolvenza sui titoli di stato emessi sul mercato. Inoltre a novembre ci saranno le elezioni regionali (in Catalogna, in Galizia e nei Paesi Baschi) e il governo spera di rassicurare, con le riforme approvate, gli investitori internazionali. La settimana scorsa Rajoy ha elogiato quella parte di cittadini spagnoli che «non protestano», che «non occupano le prime pagine dei giornali e dei telegiornali». Ha poi criticato il movimento 25-S (il movimento di protesta nato il 25 settembre scorso) sostenendo che si tratta di una piccola minoranza.

Foto: AP Photo/Alberto Di Lolli