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  • Domenica 30 settembre 2012

L’intervista di Montezemolo al Corriere

Aldo Cazzullo ha intervistato il presidente di Italia Futura, che ha parlato del suo progetto politico e si è detto favorevole a un secondo governo Monti

L’apertura della prima pagina del Corriere della Sera di oggi è dedicata all’intervista che Aldo Cazzullo ha fatto con Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Italia Futura. Montezemolo ha dichiarato la propria volontà di creare una «grande forza popolare, riformatrice e autenticamente liberale» che possa appoggiare la ricandidatura di Mario Monti per «legittimare con il voto degli italiani l’apertura di una stagione di ricostruzione nazionale».

Presidente Montezemolo, il premier Monti ha dato la sua disponibilità a restare a Palazzo Chigi anche dopo le elezioni. È una buona notizia per il Paese? E per lei cosa cambia?
«È un’ottima notizia. La stagione delle riforme è appena iniziata. Mario Monti è riuscito a dare agli italiani l’idea che si possa voltare pagina, affrontando un momento drammatico della nostra storia. Adesso è necessario un passaggio elettorale per consolidare il lavoro svolto e andare oltre. Dobbiamo legittimare con il voto di milioni di italiani l’apertura di una stagione di ricostruzione nazionale, che sarà lunga e difficile».

Non crede sia arrivato per lei il tempo di dire una parola definitiva su quel che intende fare?
«Il progetto a cui è sempre stata interessata Italia Futura è contribuire al rinnovamento della politica nelle persone, nelle idee e nelle proposte. Per questo è necessario costruire una grande forza popolare, riformatrice e autenticamente liberale, che nasca dall’incontro tra società civile e politica responsabile e si ponga l’obiettivo di dare consenso elettorale al percorso avviato da Monti. Personalmente intendo impegnarmi perché questo progetto abbia successo, senza rivendicare alcun ruolo o leadership. La mia speranza e quella di molti cittadini è che il premier voglia continuare a guidare la fase che si aprirà dopo le elezioni, insieme a tanti altri italiani che dovranno abbandonare le tribune, impegnandosi in prima persona, senza nulla chiedere in cambio in termini di ruoli o ricompense».

Continua a leggere l’intervista sul sito del Corriere della Sera

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