Republican vice presidential nominee, Rep. Paul Ryan waves after his address at the Republican National Convention in Tampa, Fla., on Wednesday, Aug. 29, 2012. (AP Photo/J. Scott Applewhite)

La sera di Ryan

Il candidato repubblicano alla vicepresidenza è stato il protagonista della convention di Tampa con una serie di attacchi contro Barack Obama: «L'America ha bisogno di un cambio di rotta»

Il deputato Paul Ryan del Wisconsin ha ufficialmente accettato la nomination come candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti per il partito Repubblicano, per cui era stato indicato da Mitt Romney venti giorni fa, in un aggressivo e vivace discorso alla convention del partito a Tampa, Florida, mercoledì sera.

Ryan, che ha iniziato il suo intervento con la rituale presentazione della propria famiglia ospite tra il pubblico, ha ricordato la città del Wisconsin da dove proviene – Janesville – e la mancata promessa di Barack Obama di salvare la fabbrica locale della General Motors che poi chiuse (ma la chiusura era stata decisa prima che Obama divenisse presidente). Le accuse all’amministrazione Obama sono state un elemento ricorrente dell’intervento di Ryan («Quello che manca, è la leadership, alla Casa Bianca!»), e hanno scatenato grossi entusiasmi tra il pubblico: la scelta di Ryan ha immesso una dose di fascino e belligeranza nella campagna opaca di Romney, un po’ come fu con quella di Sarah Palin quattro anni fa. E, come quella, di radicalismo politico dedicato soprattutto alla riduzione degli interventi governativi nella vita dei cittadini: ma per il resto è una candidatura diametralmente opposta, di un politico esperto e conosciuto, capace di costruire un pensiero politico assai più articolato di quello di Palin. Ryan ha ribattuto alle accuse di voler smantellare il sistema di assistenza medica Medicare, ricevute dal fronte di Obama, e si è rivolto ai suoi elettori e a chi apprezza la sua giovane età (42 anni).

«I laureati non dovranno passare i loro vent’anno nelle camerette di casa fissando i poster di Obama che si sbiadiscono e domandandosi quando riusciranno a uscirne e costruirsi una vita»

Il discorso di Ryan, interrotto da frequenti applausi, è stato guarnito dalla consueta mimica di sguardi sgranati e smorfie con la bocca in soddisfatta attesa di consenso che è divenuta già familiare a chi lo ascolta parlare. E sui gusti musicali di Romney («La mia playlist va dagli AC/DC ai Led Zeppelin»), che ha citato ripetutamente come l’uomo che può ricostruire il paese.

Dopo quello di Ryan è venuto, ad appassionare ancora il pubblico di Tampa, il discorso di Condoleezza Rice, ex segretario di Stato dell’amministrazione di George W. Bush.

– Francesco Costa: Perché Paul Ryan

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