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  • Venerdì 3 agosto 2012

La lettera dei musicisti inglesi in difesa delle Pussy Riot

Pete Townshend, Jarvis Cocker e altri pezzi grossi hanno chiesto il rilascio delle tre ragazze russe che rischiano sette anni di carcere

Pete Townshend degli Who, Alex Kapranos dei Franz Ferdinand, Jarvis Cocker dei Pulp, Neil Tennant dei Pet Shop Boys, Johnny Marr degli Smiths e molti altri cantanti e musicisti inglesi hanno pubblicato sul quotidiano inglese The Times una lettera di protesta per chiedere il rilascio delle tre ragazze della band punk russa Pussy Riot. In questi giorni si sta svolgendo a Mosca il processo a Nadezhda Tolokonnikova, 23 anni, Maria Alekhina 24 anni, e Ekaterina Samutsevich, 29 anni, che rischiano sette anni di carcere per aver cantato una “preghiera punk” sul presbiterio della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca con il ritornello «Madonna, liberaci da Putin».

La lettera è stata pubblicata giovedì in occasione della visita in Gran Bretagna del presidente russo Valdimir Putin, che a Londra ha incontrato il primo ministro inglese David Cameron e ha assistito alle gare di judo.

«Protestare è un diritto in tutte le democrazie ed è assurdo che le ragazze rischino sette anni di carcere per quella che noi consideriamo un’assurda incriminazione per “teppismo aggravato da odio religioso”».

«Crediamo fermamente che il ruolo degli artisti comprenda anche fare legittime proteste politiche e combattere per la libertà di espressione. Chiediamo al presidente Putin di assicurarsi che alle ragazze sia assicurata una giusta difesa».

I musicisti si dicono poi «preoccupati» per come vengono trattate le ragazze, che nei giorni scorsi avevano detto di essere state svegliate alle cinque del mattino e lasciate in una stanza senza poter dormire nè mangiare fino alle undici, ora d’inizio delle udienze. Il giudice Marina Syriva ha replicato che in base alle perizie mediche le tre imputate sono in grado di partecipare al processo, anche se verranno concesse loro alcune pause per mangiare e riposare.

Anche la band italiana Elio e le Storie Tese ha espresso solidarietà alle Pussy Riot e ha annunciato che finché le tre ragazze non verranno liberate, il gruppo si chiamerà “Pistulino riot”.

Gli Elio e le Storie Tese ammirano e sostengono le colleghe Maria Alyokhina, Nadezhda Tolokonnikova e Yekaterina Samutsevich del complesso Pussy Riot, arrestate, attualmente detenute, sottoposte ad angherie e soprusi e mandate a processo dal regime del karateka fascistone Putin per avere cantanto una canzone satirica sul karateka fascistone Putin.
Il fatto che il reato loro contestato sia collegato alle pressioni delle autorità religiose non attenua – al contrario aggrava – le responsabilità e la vergogna di vertici politici e di uno Stato poliziesco degni del miglior Leonida Breznev.
In qualità di musicanti che, come Maria, Nadezhda e Yekaterina, hanno spesso cantato le miserabili gesta di similari pupazzi e pupazzetti, gli EelST adottano simbolicamente il nome di battaglia di Pistulino Riot fino all’avvenuta liberazione delle colleghe.

Cesareo dei
Pistulino Riot

 

Foto: Alexander Nemenov/GettyImages