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  • Mercoledì 1 agosto 2012

Perché il nuoto italiano fatica

Paolo Rossi su Repubblica ha cinque spiegazioni, e gli atleti c'entrano poco

Foto Daniele Badolato - LaPresse
31 07 2012 Londra ( GB )
Sport
Olimpiadi Londra 2012 - Nuoto Batterie 
Nella foto: Filippo Magnini

Foto Daniele Badolato - LaPresse
31 07 2012 London ( GB )
Sport
London 2012 Olympics - Swimming heats
In the picture Filippo Magnini
Foto Daniele Badolato - LaPresse 31 07 2012 Londra ( GB ) Sport Olimpiadi Londra 2012 - Nuoto Batterie Nella foto: Filippo Magnini Foto Daniele Badolato - LaPresse 31 07 2012 London ( GB ) Sport London 2012 Olympics - Swimming heats In the picture Filippo Magnini

Paolo Rossi su Repubblica mette in fila cinque possibili spiegazioni ai risultati deludenti dei nuotatori italiani alle Olimpiadi di Londra 2012. È vero che il nuoto è tradizionalmente uno sport molto competitivo, ma gli italiani avevano ottenuto ottimi risultati fino a poco prima le Olimpiadi. Secondo Rossi, a fronte di un calo generale come questo, gli atleti c’entrano poco.

Federica Pellegrini ha concluso le sue gare individuali con due quinti posti. L’Italia del nuoto resta a zero nel medagliere olimpico. Le speranze azzurre si spostano, ora, sui 50 sl (Dotto, Orsi), sulla staffetta mista maschile, sulla 4×200 femminile. Potranno invertire la tendenza, evitare il flop totale?

Difficile. Le polemiche, le discussioni sono giá in atto. Le delusioni sono state tante. Qualche atleta, vedi Magnini, ha ‘sparato’ le proprie sentenze. “Preparazione sbagliata”. Destinatario il suo stesso tecnico, Claudio Rossetto. Che ha risposto per le rime. Poi Magnini ha rettificato, dicendo di avere un rapporto tale con il suo allenatore da potersi permettere il lusso di dire certe parole, e che in fondo hanno sbagliato tutti. Apriti cielo: a questo puto è intervenuto Marco Bonifazi, il ‘supervisor’. L’uomo che sovrintende tutto: preparazione, pianificazione di ogni respiro della nazionale italiana di nuoto. E cosa ha detto? Che lo staff è sempre lo stesso, ed è sempre andato bene. Dunque il programma era giusto, gli atleti sono in errore.
E allora parliamone.

1) L’Italia, mediaticamente parlando, ha ottenuto copertine e plausi a maggio, durante Debrecen. Erano degli Europei, stravinti dagli azzurri. Purtroppo, vallo a spiegare alla stampa generalista, erano Europei di condominio. Mancavano tutti i big. Tutti. Ma l’Italia aveva pianificato di esserci. I tecnici hanno costretto gli atleti a scaricare in un periodo importante, e poi riscaricare ancora per onorare il Sette Colli, a Roma due settimane dopo. Due volte in un mese, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Chi l’ha deciso? Chi ne risponde di queste scelte? E ancora: perché un collegiale a Tenerife ad un mese dai Giochi?

2) Claudio Rossetto. L’accusato. Il diavolo. Ma puó mai essere il responsabile di tutto? Avrá pure sbagliato, ma una federazione accorta – che veramente abbia a cuore i suoi atleti – avrebbe chiesto al coach in tempi non sospetti se, con tutti gli atleti cui doveva dedicarsi, non avesse bisogno di aiuto. La Federnuoto lo ha fatto formalmente, ma non sostanzialmente.

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foto: Daniele Badolato – LaPresse