L’ex ministro Romano è stato assolto

Era accusato di concorso in associazione mafiosa a Palermo

Saverio Romano, l’ex ministro dell’Agricoltura nell’ultimo governo Berlusconi, è stato assolto dalle accuse a suo carico per concorso esterno in associazione mafiosa con rito abbreviato. Romano divenne ministro il 23 marzo del 2011 dopo aver dato l’appoggio alla debole maggioranza di allora, tramite Iniziativa Responsabile. In seguito alle accuse per concorso esterno fu al centro di molte discussioni e scontri politici. Partito Democratico, Italia dei Valori e Futuro e Libertà per l’Italia presentarono una mozione di sfiducia nei suoi confronti, che fu però respinta dalla Camera. Romano terminò il proprio incarico a metà novembre 2011, quando il governo di Silvio Berlusconi rassegnò le dimissioni.

L’ex ministro dell’Agricoltura Saverio Romano è stato assolto dall’accusa di concorso in associazione mafiosa dal Tribunale di Palermo. Dopo due richieste di archiviazione da parte della Procura e l’imputazione coatta, si conclude così, con la sentenza emessa al termine del giudizio abbreviato, la vicenda giudiziaria dell’esponente politico del Pid.

«Finalmente è finita», ha commentato Romano con i suoi legali. «Ho sempre confidato nella mia assoluzione. Inutile nascondere la mia soddisfazione: sono stato assolto», ha spiegato «perché il fatto non sussiste. Ho sempre pensato che le sentenze si leggono e non si commentano. In me vi è però l’amarezza per i tempi lunghi della giustizia, che non sono compatibili con un Paese civile». Il pm Nino Di Matteo ne aveva chiesto la condanna a otto anni di reclusione, e lo aveva definito «pienamente intraneo a Cosa nostra» tanto da manifestare una «sostanziale, riconosciuta vicinanza disponibilità nei confronti delle famiglie mafiose di Villabate e Belmonte Mezzagno» con le quali avrebbe stretto un vero e proprio «patto politico-elettorale mafioso».

Il gup Ferdinando Sestito ha utilizzato la vecchia formula dell’insufficienza di prove, citando nella lettura del dispositivo il secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale che prevede l’assoluzione nel caso in cui manchi, sia contraddittoria o sia insufficiente, la prova della colpevolezza.

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