• Mondo
  • Venerdì 29 giugno 2012

Quest’uomo si è suicidato in tribunale?

La storia di Michael Marin, un ex milionario americano condannato per aver dato fuoco alla propria villa che pare essersi avvelenato poco dopo la sentenza

Michael Marin, un uomo di affari di 53 anni, è morto ieri in un’aula del Tribunale di Phoenix (Arizona) pochi minuti dopo essere stato condannato a 15 anni e 9 mesi di reclusione per incendio doloso. L’uomo si è accasciato a terra e ha perso i sensi e i soccorsi sono stati inutili. Pochi minuti prima di avere le convulsioni Marin ha ingerito qualcosa, forse per avvelenarsi. La scena è stata ripresa da una telecamera e nel video sembra in effetti che l’uomo abbia portato qualcosa alla bocca mentre teneva il viso tra le mani. L’ipotesi degli investigatori al momento è morte per avvelenamento, ma si attendono ulteriori accertamenti e conferme.

Marin aveva messo insieme una notevole fortuna grazie alle proprie attività finanziarie. Si era laureato in legge in uno dei più prestigiosi atenei degli Stati Uniti, la Yale University, e aveva scritto anche alcuni saggi. Come spiega l’Arizona Republic, Marin aveva un brevetto di volo e aveva anche scalato il monte Everest. Era proprietario di una grande villa in cui aveva raccolto diverse opere d’arte nel quartiere Biltmore Estates di Phoenix.

Le cose sembravano andare bene per Marin, ma complice la crisi economica e alcuni investimenti sfortunati, a partire dal 2009 il patrimonio del milionario si ridusse in modo considerevole. Il suo conto in banca passò in un anno da 900mila a 50 dollari. Senza denaro, l’uomo era in difficoltà nel pagare le rate da 17.250 dollari al mese del mutuo per la sua villa. Il mutuo da ripagare ammontava complessivamente a 2,3 milioni di dollari. Marin aveva inoltre da pagare ogni mese le rate da 2.500 dollari per un’altra piccola abitazione.

Nel luglio del 2009 la sua villa andò a fuoco. Marin raccontò di essersi salvato dalle fiamme fuggendo dal secondo piano con una scaletta di corda. Per proteggersi dal fumo disse di avere utilizzato una mascherina e una bombola di ossigeno del suo equipaggiamento per le immersioni. La versione data da Marin parve poco plausibile agli investigatori, che dopo alcune indagini trovarono contenitori per sostanze infiammabili in quattro diversi punti della villa da cui erano originate le fiamme. Marin fu quindi accusato di aver incendiato volutamente la propria abitazione per rivedere gli accordi con la banca per il pagamento del mutuo.

Terminata la fase dibattimentale, ieri la giuria ha raggiunto un accordo per il verdetto. Verso mezzogiorno e mezzo Marin è stato convocato in aula con i suoi avvocati per ascoltare il pronunciamento della sentenza. Pochi istanti dopo la lettura del verdetto, stando al video registrato nell’aula, Marin si è portato le mani al viso, poi si è coperto la bocca e apparentemente ha ingerito qualcosa. In seguito ha bevuto alcuni sorsi da una bottiglietta d’acqua. Circa sette minuti dopo, ha iniziato a tossire violentemente e a singhiozzare, poi sono arrivate le convulsioni e si è accasciato a terra. I suoi avvocati hanno provato a soccorrerlo stendendolo sul pavimento e allentandogli la cravatta. Successivamente sono intervenuti altri soccorritori che hanno praticato il massaggio cardiaco, ma Marin non si è ripreso ed è morto dopo il trasporto in ospedale.