Chi era Luigi Pirandello

Lo scrittore e drammaturgo italiano è il protagonista del doodle di Google di oggi per ricordare i 145 anni della sua nascita

Luigi Pirandello, scrittore e drammaturgo italiano, è il protagonista del doodle di Google di oggi. Al posto del tradizionale logo, nella pagina principale del motore di ricerca c’è un disegno che rappresenta Pirandello con una maschera per ricordare i 145 anni della sua nascita e il suo ruolo nella letteratura mondiale del Novecento.

Luigi Pirandello nacque il 28 giugno del 1867 a Càvusu, una piccola località nelle vicinanze di Girgenti (oggi Agrigento) da una famiglia borghese particolarmente agiata e dalle tradizioni risorgimentali. Da bambino Pirandello incontrò diverse difficoltà nel comunicare con gli adulti in famiglia, cosa che lo portò a sviluppare una particolare sensibilità nel valutare il comportamento degli altri. Era molto credente, ma da ragazzo si allontanò dalle pratiche religiose quando scoprì che un prete aveva truccato un’estrazione a sorte per fargli vincere un’immagine sacra. Pirandello maturò una propria religiosità, con alcune derive verso il misticismo e distante dalla pratica comune del cattolicesimo.

L’istruzione elementare gli fu impartita da alcuni maestri privati, mentre a scuola studiò prima in un istituto tecnico e successivamente al ginnasio. Dimostrò una spiccata inclinazione per le lettere e a undici anni compose la sua prima opera, “Barbaro”, di cui però non è rimasta traccia. Nel 1886 si trasferì a Palermo dove iniziò gli studi universitari, proseguendoli poi a Roma e Bonn; si laureò nel 1891 in filologia romanza. Negli anni seguenti lo scrittore e giornalista Luigi Capuana lo aiutò a introdursi e a farsi conoscere nei salotti intellettuali romani dove conobbe artisti, critici, scrittori e giornalisti.

Pirandello si sposò a Girgenti nel 1894 con Maria Antonietta Portulano, la figlia di un socio molto ricco di suo padre. I due si trasferirono a Roma e nel 1895 ebbero il loro primo figlio, Stefano, cui si sarebbero successivamente aggiunti Rosalia e Fausto. Nei primi del Novecento gli affari di famiglia iniziarono ad andare molto male: il denaro finì e Antonietta mostrò diversi segni di squilibrio che portarono Pirandello ad approfondire le proprie conoscenze sulla psicanalisi di Sigmund Freud e sulle malattie mentali in genere. Antonietta negli anni seguenti non diede segni di particolare miglioramento e fu infine ricoverata in un ospedale psichiatrico nel 1919.

Non potendo sopravvivere con la sola cattedra di insegnamento che aveva presso l’Istituto superiore di magistero femminile e con le sue prime opere letterarie, che avevano raccolto un limitato successo, Luigi Pirandello iniziò a impartire lezioni private. Insegnava italiano e tedesco, ritagliandosi comunque momenti per dedicarsi al lavoro letterario e a partire dal 1909 avviò una collaborazione con il Corriere della Sera. Cinque anni prima aveva pubblicato il romanzo “Il fu Mattia Pascal”, la storia di un uomo che viene creduto morto e che prova ad avere un’altra vita, destinato a diventare uno dei suoi più importanti successi letterari, anche se all’epoca non fu da subito compreso dalla critica. Pirandello raggiunse il successo condiviso da pubblico e critica a partire dagli anni Venti, quando si dedicò con maggiore continuità e completezza al teatro.

La famiglia di Pirandello aveva forti ideali politici patriottici legati al Risorgimento, che furono trasmessi anche a Luigi. Da giovane si avvicinò alle idee dei Fasci siciliani e successivamente del socialismo e ormai adulto, nel 1925, fu tra i firmatari del “Manifesto degli intellettuali fascisti”, il documento ideologico di Giovanni Gentile con cui parte della cultura italiana dichiarò di voler aderire al fascismo. La scelta di Pirandello fu duramente criticata e in pochi compresero che probabilmente la sua adesione derivasse (almeno in parte) dagli ideali patriottici e risorgimentali che gli avevano fatto vedere nel fascismo la possibilità di una nuova forma dell’Italia. Negli anni seguenti, Pirandello ebbe anche duri scontri con il regime e si dichiarò in più occasioni “apolitico”, arrivando anche a stracciare la tessera del partito.

Nel 1925, Pirandello fondò la “Compagnia del teatro d’arte” con gli attori Marta Abba e Ruggero Ruggeri. La compagnia mise in scena le sue opere in diverse parti del mondo, e le sue commedie furono rappresentate anche negli Stati Uniti, a Broadway. Grazie a questo tipo di iniziative, tra gli anni Venti e Trenta Pirandello divenne uno dei drammaturghi più famosi del mondo. Nel 1934 fu insignito del Premio Nobel per la letteratura “per il suo coraggio e l’ingegnosa ripresentazione dell’arte drammatica e teatrale”. Due anni dopo, mentre assisteva a Cinecittà alle riprese di un film tratto dal suo “Il fu Mattia Pascal” si ammalò di polmonite. In precedenza aveva avuto seri problemi cardiaci e non riuscì a riprendersi. Morì il 10 dicembre del 1936, lasciando una formidabile serie di opere teatrali, alcuni romanzi, poesie e 256 novelle.

doodle Pirandello

Nel doodle di Google di oggi, Luigi Pirandello è rappresentato con una maschera in mano, un chiaro riferimento al suo “teatro dello specchio”, dove la vita viene raffigurata per quello che è senza la maschera delle convenienze sociali e dell’ipocrisia. In questo modo, secondo Pirandello, lo spettatore poteva in un certo senso vedersi allo specchio per capire la propria condizione e magari cercare di migliorarla. Dopo una prima fase ancora acerba con testi teatrali scritti interamente in lingua siciliana, a partire dal 1917 Pirandello si avvicinò al decadentismo e avviò la fase del teatro umoristico con opere come “Così è se vi pare”, “La giara”, “La patente” e “Il giuoco delle parti”. I loro protagonisti e le loro vicende sono il mezzo per mettere in discussione le certezze del mondo borghese, con il rovesciamento dei modi tradizionali di comportamento che portano all’espressione di una dimensione più autentica della vita, senza maschera.

A partire dagli anni Venti, Pirandello maturò ulteriormente avviando un’altra fase molto proficua di produzione di testi letterari. Scrisse opere come “Sei personaggi in cerca d’autore”, “L’uomo dal fiore in bocca”, “Ciascuno a suo modo” e “La favola del figlio cambiato”, in cui c’era tra le altre cose l’abolizione del concetto di quarta parete (quella immaginaria tra attori e pubblico) per coinvolgere gli spettatori e renderli parte attiva nella rappresentazione.