Da cosa si vede un grande paese

Da cose che in Italia i partiti e la politica non stanno mostrando, scrive Antonio Polito sul Corriere della Sera

L’editoriale di prima pagina sul Corriere di mercoledì è firmato da Antonio Polito, che riflette sulla scellerata inadeguatezza dei partiti politici di fronte alle necessità di collaborazione e responsabilità imposte dalla crisi.

Non solo agli Europei di calcio, ma anche nell’Europa della moneta e della politica siamo entrati nella fase a eliminazione diretta. Chi perde è fuori. Errori, egoismi, autogol, non sono più consentiti. E invece in Parlamento continua la melina. Sono passati già quattro mesi, non quattro settimane, da quando Monti annunciò in conferenza stampa il varo della riforma del mercato del lavoro. E dopo quattro mesi il premier è ancora costretto a chiedere che sia trasformata in legge prima del vertice europeo del 28 e 29 giugno. Ma il Pd ha condizionato il suo sì a un conto più generoso degli aspiranti «esodati», e nel Pdl c’è chi dirà comunque no come l’ex ministro Brunetta, che non voterà nemmeno la fiducia. Non è l’unico indizio di un sistema-Paese che sembra incapace di reggere all’emergenza. Giace in Senato la ratifica del Fiscal Compact, il patto europeo sui bilanci. Si era pensato di farne l’atto simbolico con cui l’Italia lasciava l’inferno dei reprobi, approvandolo in contemporanea con la Germania. Non sarà così. La cancelliera Merkel otterrà anche il voto della Spd — che qualche illuso in Italia sperava pronta a far saltare la politica del rigore — e lo ratificherà con uno spettacolare blitz: la sera del 29, di ritorno dal vertice europeo, prima al Bundestag e poi al Bundesrat. Tutto in una notte.

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