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  • Giovedì 31 maggio 2012

Intanto, in Siria

Gli inviati dell'ONU hanno trovato altri 13 cadaveri, per il momento i colloqui tra Kofi Annan e Bashar al Assad non hanno ottenuto alcun risultato

UN-Arab League peace envoy Kofi Annan speak to the press, in Damascus, on May 29, 2012, following his meeting with Syrian President Bashar al-Assad earlier. In his meeting with Assad, Annan conveyed "the grave concern of the international community about the violence in Syria, including in particular the recent events in Houla," his office said. AFP PHOTO/LOUAI BESHARA (Photo credit should read LOUAI BESHARA/AFP/GettyImages)
UN-Arab League peace envoy Kofi Annan speak to the press, in Damascus, on May 29, 2012, following his meeting with Syrian President Bashar al-Assad earlier. In his meeting with Assad, Annan conveyed "the grave concern of the international community about the violence in Syria, including in particular the recent events in Houla," his office said. AFP PHOTO/LOUAI BESHARA (Photo credit should read LOUAI BESHARA/AFP/GettyImages)

L’esercito che si oppone al regime di Assad in Siria – Free Syrian Army, FSA – ha dato al governo 48 ore entro le quali adeguarsi al cessate il fuoco previsto dal piano di pace di Kofi Annan, inviato delle Nazioni Unite e della Lega Araba, teoricamente sottoscritto dal regime lo scorso 27 marzo. Il colonnello Qassim Saadeddine ha detto che se venerdì il regime non si sarà adeguato alla tregua, allora anche i ribelli non si sentiranno più vincolati a rispettare i termini dell’accordo. Il piano Annan prevede, tra le altre cose, il ritiro dell’esercito e delle armi pesanti dai centri abitati.

Ieri gli osservatori delle Nazioni Unite hanno confermato la scoperta di 13 cadaveri nella città di Deir el-Zour, tutti civili, uccisi da colpi di arma da fuoco. Venerdì scorso a Hula, secondo gli osservatori dell’ONU, sono state uccise 108 persone, tra cui 49 bambini e 39 donne, molti dei quali uccisi uno per uno con un colpo di pistola alla testa o il taglio della gola. Il massacro di Hula ha provocato grandi proteste da parte della comunità internazionale.

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, riunitosi urgentemente, ha detto che “lo scandaloso uso della forza” contro i civili vìola le leggi internazionali e che “condanna nella maniera più assoluta” il massacro di civili e l’utilizzo “di armi pesanti e carri armati da parte del governo siriano in una zona abitata”. I governi di Italia, Germania, Spagna, Francia, Canada, Australia e Olanda hanno annunciato congiuntamente le espulsioni degli ambasciatori e di altri diplomatici siriani dai propri paesi.

Il corrispondente della BBC, Jim Muir, dice che l’esercito dei ribelli è male equipaggiato e organizzato ma è in controllo di una quantità significativa di città e paesi, anche sulla costa. Per il momento i colloqui in corso tra Kofi Annan e Bashar al Assad non stanno avendo conseguenze concrete nel paese, come confermano anche gli osservatori dell’ONU: da marzo dell’anno scorso circa 15.000 persone sono state uccise dalla repressione del regime. Dal punto di vista internazionale, però, la situazione non si sblocca. Russia e Cina continuano opporsi a qualsiasi risoluzione che contenga anche solo un invito ad Assad perché lasci il potere. Il ministro degli Esteri russo ha criticato pure l’espulsione degli ambasciatori siriani. Domani il consiglio per i diritti umani dell’ONU terrà una riunione straordinaria sulla situazione in Siria.

foto: Kofi Annan durante una conferenza stampa a Damasco dopo il suo incontro con Bashar al Assad, il 29 maggio. (LOUAI BESHARA/AFP/GettyImages)