La storia di Boris Johnson
Capelli biondo platino, parolacce, tagli alle tasse e bici per tutti: chi è il giornalista appena rieletto sindaco di Londra e molto temuto dal premier David Cameron
Boris Johnson, 47enne e conservatore, ha vinto le elezioni comunali di Londra e sarà sindaco della città per altri 5 anni, dopo il primo mandato iniziato nel 2008.
Johnson è stato “il premio di consolazione”, come titola il Guardian, di un partito conservatore che invece in altre città del Regno Unito ha perso consenso e molti seggi, nelle ultime amministrative: il partito laburista, infatti, ha ottenuto complessivamente circa il 38 per cento dei voti contro il 31 dei conservatori, mentre i liberaldemocratici, che formano un governo di coalizione con i conservatori, si sono fermati al 16 per cento. Se questi risultati dovessero ripetersi anche alle prossime elezioni politiche, in base al sistema elettorale inglese, il Labour tornerebbe a governare a livello nazionale. Si tratta, dunque, di un segnale di allarme importante per il premier conservatore David Cameron.
Proprio da David Cameron si può partire per parlare di Boris Johnson. Johnson e Cameron sono i due politici conservatori più popolari e conosciuti nel Regno Unito, ma sono anche molto diversi. Cameron è un politico tradizionale, thatcheriano, uno che ha fatto tutta la trafila nel partito, soprattutto nell’ambito della comunicazione, per arrivare a essere primo ministro britannico. Johnson è molto diverso: capelli platinati, eccentrico e molto colto, politicamente scorretto, a volte sboccato. E soprattutto proveniente da una storia laterale alla politica: una carriera da giornalista, cominciata al Times, proseguita al Daily Telegraph come vicedirettore, e poi allo Spectator come direttore, prima di essere eletto al parlamento nel 2001. Johnson è un giornalista prestato alla politica, che se lo è tenuto e gli ha dato soddisfazioni: e per ora non sembra intenzionata a restituirlo. Negli ultimi mesi in Inghilterra si è parlato molto delle sue ambizioni: la carica di sindaco di Londra starebbe già stretta. Non a caso, Johnson a un certo punto non voleva ricandidarsi quest’anno, ma è stato convinto dal partito e soprattutto da Cameron, che lo vede come una minaccia alla sua leadership. Oggi Cameron si è detto “contento” della vittoria di Johnson a Londra.
Boris Johnson crede di essere “fit” (adatto) a guidare il partito conservatore anche perché è il candidato che nella storia britannica ha ottenuto il più alto numero di voti in un’elezione locale: durante le elezioni comunali del 2008, infatti, Johnson ottenne ben 1.043.761 voti (che poi divennero 1.168.738 con il calcolo delle seconde preferenze nel calcolo del particolare sistema elettorale “supplementary vote”). Quest’anno ne ha ottenuti un po’ meno, 971.931 (1,054,811 con le seconde preferenze), ma in genere un sindaco al secondo mandato perde sempre qualche voto. Del resto, anche Ken Livingstone, nonostante fosse di nuovo lo sfidante di Johnson come nel 2008, ha perso voti: 893.877 nel 2008 (1.028.966 con le seconde preferenze), 889.918 oggi (992.273 con le seconde preferenze).
Un’altra cosa per cui Johnson crede di essere un vero conservatore è la sua battaglia per la diminuzione delle tasse, uno dei punti fermi dell’ex premier Margaret Thatcher. Recentemente il governo Cameron lo ha fatto nei confronti dei più ricchi, annunciando la riduzione dell’aliquota più alta dal 50 per cento al 45. Non a caso, in campagna elettorale quest’anno ha promesso il taglio delle tasse comunali di Londra di circa il 10 per cento attraverso una riduzione delle spese e dei costi del Comune (il tutto abbinato alla creazione di 200 mila posti di lavoro in 4 anni). Un altro cardine della sua politica è la lotta alla criminalità, soprattutto quella giovanile, per la quale Johnson ha annunciato in campagna elettorale l’assunzione di altri 1000 poliziotti a Londra.
Oltre alla lotta contro la criminalità, Johnson negli ultimi anni ha fatto parlare di sé anche per alcune prese di posizione sull’ordine pubblico (come quella contro l’alcol in metropolitana). Johnson ha ridotto la zona a traffico limitato di Londra per le auto (Congestion Zone) introdotta dall’ex sindaco Ken Livingstone. Nonostante questo, i suoi provvedimenti hanno migliorato il trasporto pubblico (-40 per cento di ritardi) ed è aumentato anche il traffico in bici a Londra, per il quale Johnson ha promesso l’estensione del servizio di bike sharing. Lo stesso Johnson va spesso al lavoro in bicicletta.
Già promotore dello studio del latino nelle scuole di Londra, Johnson è stato criticato più volte durante la sua amministrazione per le spese dei taxi ai politici, cresciute a dismisura, e per la gestione dell’emergenza delle rivolte di quest’estate, quando tornò dalle vacanze solo due giorni dopo l’inizio delle violenze. In passato ha espresso giudizi offensivi nei confronti degli omosessuali (“malati”), dell’islam (“religione d’odio”) e del multiculturalismo. Pian piano poi ha ammorbidito le sue posizioni, soprattutto da quando ha deciso di correre per la carica di sindaco a Londra. Di tanto in tanto, però, la sua vera natura ribelle e sboccata viene fuori, come nella settimana scorsa, in piena campagna elettorale, quando in diretta alla BBC ha scherzato con un giornalista dicendo “finiscila con queste stronzate del cazzo”.
nella foto, Boris Johnson e Arnold Schwarzenegger a Londra (Oli Scarff/Getty Images)