Il caso Green Hill

Saranno rilasciate le 12 persone fermate con l'accusa di avere liberato decine di beagle dall'unico allevamento italiano di cani da laboratorio

20.35. I dodici attivisti dovrebbero essere scarcerati stasera.

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Sabato pomeriggio un migliaio di persone ha protestato davanti a Green Hill, l’unico allevamento di cani da laboratorio in Italia, che si trova a Montichiari, in provincia di Brescia. La protesta è poi sfociata nell’irruzione di alcuni manifestanti all’interno dell’allevamento e nella sottrazione di alcuni cani. La polizia ha fermato 12 persone.

Green Hill – che è di proprietà della multinazionale Marshall – alleva soltanto cani beagle, una razza particolarmente docile e considerata quindi adatta alla vivisezione. Green Hill ospita circa 2.700 beagle suddivisi in cinque capannoni, e ogni mese ne vende circa 250 a laboratori universitari e aziende farmaceutiche. Da anni molti attivisti protestano per chiudere l’allevamento – che definiscono un “lager” sia per le condizioni di vita dei beagle sia per la fine a cui sono destinati – e da mesi ci sono proteste davanti alla struttura organizzate da gruppi e associazioni.

Sabato era la Giornata mondiale contro gli animali da laboratorio. Durante la manifestazione davanti a Green Hill, una decina di manifestanti è riuscita a entrare nello stabilimento e ha liberato qualche decina di cani. I numeri non sono precisi, si parla di 25-30 beagle: le foto degli attivisti che si passano i cuccioli di mano in mano oltre le recinzioni sono state rapidamente pubblicate sulla pagine Facebook di Occupy Green Hill e sul sito del comitato Fermare Green Hill. Gli attivisti hanno caricato i cani su pullman e auto e sono rapidamente fuggiti.

Secondo l’azienda, i danni economici dell’invasione di Green Hill e del furto dei cani ammontano a circa 250 mila euro: poliziotti e carabinieri stanno cercando i beagle. Nel frattempo 12 persone – otto donne e quattro uomini – sono state fermate con l’accusa di rapina, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, furto aggravato in concorso e violazione di domicilio aggravata. Oggi si svolgerà a Brescia il processo agli attivisti mentre sono state già organizzate proteste e manifestazioni per chiedere la liberazione. Sul caso è intervenuto anche l’ex ministro del Turismo Michela Brambilla che ha difeso il gesto degli attivisti: «Le persone arrestate sono mosse soltanto dal desiderio di salvare la vita alle migliaia di cagnolini che ogni anno muoiono tra atroci sofferenze sui tavoli dei laboratori di vivisezione di mezza Europa». Brambilla ha anche chiesto ai colleghi senatori di approvare l’articolo 14 della legge comunitaria europea che vieta l’allevamento di cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione.