L’interrogatorio di Lavitola

Che cosa c'è nei verbali pubblicati oggi sui giornali

I giornali di oggi riportano, secondo una tradizione ormai consolidata, la trascrizione pressoché integrale dei verbali dell’interrogatorio di Valter Lavitola, il “faccendiere” rientrato in Italia la settimana scorsa e accusato a Napoli di corruzione internazionale e false fatturazioni, e a Bari di induzione a mentire.

Durante l’interrogatorio Lavitola avrebbe confermato di avere pensato di contattare Berlusconi, durante la latitanza, per farsi «prestare cinque milioni», ma di non essere riuscito né a contattarlo né ad avere i soldi. La somma gli sarebbe servita per fare «una scorta finanziaria», prevedendo di passare un periodo in carcere una volta tornato in Italia. Berlusconi avrebbe dovuto dargli questi soldi per gratitudine: «Fino a ieri io ho fatto sette mesi di latitanza per avere dato i soldi a Tarantini per conto suo, fino a prova del contrario. E per quel tipo di latitanza mi è stato chiuso il giornale, perché se non ci fosse stata quella roba di Tarantini, io probabilmente tutta questa storia dell’Avanti, non l’avrei avuta».

Riguardo la sua discussa attività di mediatore tra il governo Berlusconi e quello di Panama, Lavitola avrebbe detto che il suo obiettivo era fare «il console di Panama in Italia». Lavitola pagò personalmente le spese di una visita del presidente di Panama in Sardegna, da Berlusconi (che però non era in casa), e avrebbe detto agli inquirenti che sperava che Finmeccanica potesse rimborsargli il viaggio. Lavitola, spiegano Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, “si pone verso i magistrati come uno che per il suo Paese si è impegnato enormemente all’estero” e “alle accuse di corruzione internazionale sembra voler contrapporre la figura di un diplomatico, seppure non ufficiale”.

Relativamente all’accusa di aver fatto avere al presidente di Panama un elicottero attraverso un imprenditore, secondo gli inquirenti come tangente per ottenere appalti per Finmeccanica, Lavitola risponde di aver consigliato di recapitare il mezzo allo stato di Panama e non al suo presidente, Martinelli, che «ne aveva già due di elicotteri suoi personali».