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  • Giovedì 8 marzo 2012

La Svezia ha aiutato l’Arabia Saudita a costruire armi?

Lo sostiene un rapporto diffuso dalla radio nazionale, che ha generato discussioni e polemiche

arrives for an EU summit in Brussels on Monday, Jan. 30, 2012. European leaders will try to come up with ways to boost growth despite steep budget cuts across the continent when they meet in Brussels on Monday. The 27 heads of state and government will get a taste of the popular frustration with austerity and high unemployment as they try to get to the summit in a city paralyzed by strikes. (AP Photo/Frank Augstein)
arrives for an EU summit in Brussels on Monday, Jan. 30, 2012. European leaders will try to come up with ways to boost growth despite steep budget cuts across the continent when they meet in Brussels on Monday. The 27 heads of state and government will get a taste of the popular frustration with austerity and high unemployment as they try to get to the summit in a city paralyzed by strikes. (AP Photo/Frank Augstein)

Martedì la radio nazionale svedese ha rivelato che l’Agenzia di ricerca per la Difesa della Svezia (FOI) ha aiutato l’Arabia Saudita nella realizzazione di una fabbrica di armi avanzate, tra cui missili e siluri. Il rapporto della radio si basa su centinaia di documenti riservati e su interviste con ex impiegati della FOI. Il cosiddetto progetto Simoom è stato gestito dalla FOI dal 2007 al 2009, quando venne consegnato a una società privata – che la radio definisce una copertura – perché l’Agenzia della Difesa non poteva continuare legalmente il progetto. La società, chiamata SSTI, avrebbe ottenuto il permesso di esportare materiale per missili, bombe e altre armi. Sempre secondo la Radio, la fabbrica non è stata ancora costruita, ma “il fatto che un’autorità come la FOI sia coinvolta nel piano di una fabbrica di armi per un governo dittatoriale come l’Arabia Saudita è una cosa inaudita”. In passato la Svezia aveva venduto armi all’Arabia Saudita, ma la radio spiega che il progetto Simoom “si spinge al limite di ciò che è possibile per l’autorità svedese”.

Il direttore generale della FOI, Jan-Olof Lind, ha negato l’esistenza del progetto e ha aggiunto di non voler commentare eventuali colloqui riservati tra Svezia e Arabia Saudita. Ex impiegati della FOI però hanno confermato l’esistenza del progetto alla radio. Tra questi Dick Straeng ha detto di aver gestito il progetto e ha confermato l’autenticità dei rapporti top secret mostratigli dall’emittente radiofonica. Straeng ha anche accusato il governo svedese di essere pienamente al corrente del progetto, indicando un documento firmato dal direttore generale della FOI che secondo lui sarebbe stato mostrato al ministro della Difesa svedese Sten Tolgfors. Tolgfors ha scritto sul suo blog che “per quel che ne so la FOI non ha alcuna collaborazione con la società di cui si parla nel rapporto. Il governo non ha mai dato mandato alla FOI di costruire un’azienda per produrre armi”.

Il primo ministro svedese Fredrik Reinfeldt è intervenuto brevemente sulla vicenda. Non ha confermato la veridicità della notizia ma ha detto di aver firmato un accordo iniziale con i sauditi nel 2005, quando non c’erano regole che impedivano accordi con stati non democratici. Ha anche sottolineato che le leggi di esportazione svedesi sono state certamente rispettate. Secondo la legge svedese tutte le esportazioni militari devono essere regolate dall’agenzia svedese per la non-proliferazione e il controllo delle esportazioni.

La notizia ha provocato indignazione nell’opinione pubblica svedese e nei partiti di opposizione. Il partito di opposizione dei Verdi ha chiesto l’apertura di un’indagine e che il ministro della difesa presenti una relazione al Parlamento sull’accaduto; anche il Partito della Sinistra – sempre all’opposizione – ha chiesto una seduta parlamentare sulla vicenda.

Foto: Il premier svedese Fredrik Reinfeldt (AP Photo/Frank Augstein)