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  • Lunedì 5 marzo 2012

In piazza contro Vladimir Putin

Le foto delle proteste di oggi in Russia, a Mosca e a San Pietroburgo

Russian police officers detain an opposition protester during a protest near the Central Election Committee in Moscow, Monday, March 5, 2012. Demonstrators are contesting the outcome of the vote, pointing to a campaign heavily slanted in Putin's favor and to reports of widespread violations in Sunday's ballot. (AP Photo/Ivan Sekretarev)
Russian police officers detain an opposition protester during a protest near the Central Election Committee in Moscow, Monday, March 5, 2012. Demonstrators are contesting the outcome of the vote, pointing to a campaign heavily slanted in Putin's favor and to reports of widespread violations in Sunday's ballot. (AP Photo/Ivan Sekretarev)

Oggi in piazza Pushkin a Mosca, dopo i festeggiamenti per la vittoria di Vladimir Putin eletto al primo turno nuovo presidente della Russia, migliaia di poliziotti in tenuta antisommossa hanno cercato di bloccare la manifestazione degli oppositori che sono scesi per le strade per denunciare i presunti brogli elettorali. Si sono svolte manifestazioni contro Putin “ladro e truffatore” anche a San Pietroburgo vicino alla cattedrale di Sant’Isacco.

Secondo la polizia hanno preso parte alle proteste 14 mila persone, mentre gli organizzatori hanno parlato di almeno 20 mila partecipanti. La polizia russa ne ha fermate 550 (250 a Mosca e 300 a San Pietroburgo): tra loro, c’era anche il blogger dissidente Alexey Navalny che dopo la protesta si era fermato in piazza Pushkin continuando a gridare slogan contro Putin e che ieri aveva detto alla BBC che i brogli erano “evidenti”, nonostante le webcam installate in ogni seggio. Navalny è stato rilasciato poche ore dopo. Era stato lui stesso a riferire dell’arresto scrivendo su twitter «vi saluto da un’auto della polizia». L’agenzia di stampa russa Ria Novosti ha poi confermato la notizia.

Alexei Navalny è uno tra i più tenaci oppositori del Cremlino ed è tra i principali leader delle proteste che sono scoppiate in Russia in seguito alle elezioni legislative del 4 dicembre. Navalny, che aveva coniato l’espressione “partito di ladri e malfattori” per descrivere il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, era già stato arrestato il 6 dicembre con l’accusa di aver ostacolato la polizia e di aver fomentato i manifestanti durante una delle più grandi contestazioni a Mosca contro il governo. Era stato liberato dopo 15 giorni di carcere.

Già in occasione delle elezioni di dicembre in Russia gli osservatori internazionali dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) avevano parlato di “irregolarità e violazioni”. Oggi L’OSCE ha spiegato che anche nelle presidenziali in Russia “non c’è stata vera competizione”, che Putin “è stato favorito” e hanno parlato di casi di “procedure irregolari in un terzo dei seggi elettorali”.

Secondo l’organizzazione indipendente Golos, che ha monitorato le elezioni presidenziali di ieri, ci sarebbero stati almeno 3mila casi di voti multipli da parte di singole persone in vari seggi e, in base ai loro calcoli, Putin avrebbe ottenuto poco più del 50 per cento dei voti. Una percentuale che comunque, qualora fosse veritiera, gli avrebbe assicurato la vittoria diretta al primo turno. Golos ha detto che le frodi sono state meno “appariscenti” rispetto alle elezioni parlamentari di dicembre, ma ha denunciato in particolare l’installazione di seggi mobili sul luogo di lavoro e “la coercizione degli elettori”.