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  • Lunedì 27 febbraio 2012

Desmond Tutu contro il governo dello Sri Lanka

L'arcivescovo e attivista sudafricano scrive sul Guardian e chiede che si riconoscano i crimini contro i civili durante la lunga guerra ai ribelli Tamil

(AP/Eranga Jayawardena)
(AP/Eranga Jayawardena)

Questa settimana Stati Uniti e Regno Unito presenteranno al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC) una risoluzione per spingere il governo dello Sri Lanka a indagare sui civili uccisi durante gli ultimi mesi della guerra civile (1983-2009).

Fino a questo momento lo Sri Lanka si è sempre opposto a richieste del genere e anzi fino a qualche tempo fa aveva sempre smentito l’uccisione di civili da parte delle forze governative. Questa ricostruzione è stata smentita nel tempo da diversi rapporti internazionali, ultimo un rapporto dell’ONU dello scorso aprile, secondo il quale circa 40mila civili sono stati uccisi negli ultimi mesi della guerra contro i ribelli separatisti delle Tigri Tamil, che li avevano utilizzati come scudi umani. Il rapporto accusa il governo anche di aver bombardato e assediato alcune “zone franche” dello Sri Lanka, uccidendo migliaia di Tamil innocenti che, secondo le associazioni dei diritti umani e varie organizzazioni internazionali, sarebbero stati uccisi indiscriminatamente dai militari del governo.

Affinché si faccia chiarezza soprattutto su questo ultimo punto, oggi l’arcivescovo anglicano e attivista sudafricano Desmond Tutu ha scritto un articolo sul Guardian, in cui chiede alla comunità internazionale di fare quanto prima chiarezza sugli avvenimenti della guerra civile in Sri Lanka che “non si possono ignorare”, in nome dei “diritti umani universali e delle leggi internazionali”. Questo perché, ricorda Tutu, “la condotta di guerra da parte dei due schieramenti ha rappresentato una grave violazione delle leggi internazionali in difesa della dignità umana”, come notava anche il rapporto dell’ONU del 2011. Tutu scrive anche che “se ci saranno insufficienti progressi da parte del governo di Colombo per stabilire un processo che riconosca i crimini commessi” dalle sue truppe, i membri dell’ONU dovranno organizzare al più presto un’inchiesta independente sull’accaduto.

Proprio oggi si riunisce a Ginevra, in Svizzera, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC). La mossa è stata fortemente osteggiata dal governo dello Sri Lanka, la cui inchiesta interna supervisionata dalla commissione Lessons Learned and Reconciliation Commission (LLRC) non ha soddisfatto la comunità internazionale. Oggi è prevista una grande protesta nella capitale Colombo contro la bozza di risoluzione UNHRC contro lo Sri Lanka, bozza che tuttavia non ha ancora il consenso necessario che hanno cercato nelle ultime ore Stati Uniti e Regno Unito tra i 47 membri del Consiglio. È importante ricordare che la risoluzione non è vincolante e che il Consiglio non può imporre un embargo per la violazione dei diritti umani.

Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite aveva già provato nel 2009 ad adottare una risoluzione contro lo Sri Lanka, accusandolo di aver insabbiato la morte di migliaia di civili. All’epoca però si erano opposti diversi altri paesi, tra cui l’India e il Pakistan. Secondo l’ONU durante la guerra civile dello Sri Lanka, durata 25 anni, sono morte tra le 80mila e le 100mila persone.

foto: AP/Eranga Jayawardena