Lo studio censurato sull’aviaria sarà pubblicato?

L'OMS dice che i timori sulla ricerca scientifica dei virus modificati sono eccessivi e ne consiglia la diffusione, dopo una pausa di riflessione

I dettagli su una recente ricerca scientifica che ha portato alla creazione di un virus influenzale mutato molto più contagioso di quello originario potranno essere regolarmente pubblicati, entro pochi mesi, nonostante le preoccupazioni delle autorità statunitensi. I timori sono legati alla possibilità che i terroristi possano realizzare e diffondere nuovi virus letali, difficili da tenere sotto controllo e contrastare. La decisione di pubblicare le informazioni è stata presa ieri, venerdì 17 febbraio, dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dopo due mesi di dibattito e grandi polemiche sullo studio scientifico. Ventidue esperti si sono riuniti per due giorni a Ginevra, dove ha sede l’OMS, per discutere sulla vicenda e dare un parere ufficiale da parte dell’organizzazione internazionale.

Secondo la maggioranza degli esperti, i rischi di cui si è parlato in queste settimane sono stati chiaramente sopravvalutati, specialmente se confrontati con quelli legati ad altri virus simili già esistenti in natura. Le informazioni contenute nello studio scientifico, ricordano, si potrebbero rivelare utili per capire meglio l’evoluzione del virus e la probabilità che si sviluppi una pandemia, cioè un contagio su grande scala. Per questo motivo ha senso che siano resi pubblici e condivisi nella comunità scientifica.

La ricerca illustra i risultati ottenuti con alcuni esperimenti realizzati nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti, partendo da una serie di varianti del virus A(H5N1), quello dell’influenza aviaria che nel 1997 infettò diciotto persone a Hong Kong, uccidendone sei. Nel decennio seguente, il virus ha contagiato almeno trecento persone, causando la morte di duecento malati soprattutto nel sud-est asiatico e in altre aree della Cina, dell’Iraq, dell’Egitto e della Turchia. Gli effetti del virus possono quindi essere letali in buona parte dei casi, ma fortunatamente la malattia rimane sporadica e insorge solamente in precise circostanze e per contagio da animale (in genere pollame) a uomo, e solo in rarissimi casi tra esseri umani, senza diffusione oltre la prima generazione di contatti: Qui contagia Quo, che però non contagia Qua. Una mutazione potrebbe però cambiare le cose, rendendo molto più probabile il rischio di contagio e la pericolosità del virus.

A fine 2011, il National Science Advisory Board for Biosecurity, un comitato del ministero della Salute degli Stati Uniti, aveva chiesto alle due più importanti riviste scientifiche al mondo (Nature e Science) di non pubblicare tutti i dettagli degli esperimenti sul virus. Il consiglio era di pubblicare solamente le conclusioni dello studio, senza i dettagli sulle sperimentazioni e i dati sulla mutazione che renderebbero ripetibile l’esperimento. Quella del Board era comunque una semplice proposta, poiché l’organismo non ha il potere di imporre una censura diretta sui contenuti delle riviste scientifiche.

In seguito alle molte polemiche, i ricercatori decisero volontariamente di sospendere le loro ricerche il mese scorso. Questa sorta di moratoria, che interessa anche la pubblicazione dei risultati scientifici, sarà probabilmente estesa ancora per alcuni mesi. Il tempo aggiuntivo servirà per effettuare ulteriori verifiche e trovare il mondo più sicuro per rendere pubblici i contenuti dello studio. Bruce Alberts, il direttore di Science, aveva proposto di pubblicare la ricerca a metà marzo, editandone alcune parti per evitare problemi di sicurezza come richiesto dal Board. In seguito alla riunione finita ieri a Ginevra, Alberts ha deciso di rimandare la pubblicazione nella speranza di poter stampare la ricerca integrale appena possibile.