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  • Giovedì 26 gennaio 2012

Cosa c’è di nuovo nel “milleproroghe”

Il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera, e nel decreto qualcosa è cambiato (su pensioni, sigarette e manifesti abusivi)

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
25-01-2012 Roma
Politica
Camera - informativa del Governo su politiche UE
Nella foto: Il Presidente del Consiglio Mario Monti
Photo Mauro Scrobogna /LaPresse
25-01-2012 Rome
Politics
Chamber of Deputies - Government report on EU policy
In the picture: Prime Minister Mario Monti
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 25-01-2012 Roma Politica Camera - informativa del Governo su politiche UE Nella foto: Il Presidente del Consiglio Mario Monti Photo Mauro Scrobogna /LaPresse 25-01-2012 Rome Politics Chamber of Deputies - Government report on EU policy In the picture: Prime Minister Mario Monti

Oggi la Camera dei Deputati ha approvato con 469 voti favorevoli e 74 contrari (5 astenuti) la fiducia al governo sul cosiddetto “decreto milleproroghe”. Il “milleproroghe” è un decreto legge che il governo approva verso la fine dell’anno, per intervenire su tutta una serie di scadenze che è necessario rinviare. “Proroghe” viene da questo, e “mille” dalla quantità dei rinvii che nel corso del tempo ci sono finiti dentro, tanto da renderlo molto eterogeneo e difficile da esaminare nella sua interezza. Di qui le critiche al “milleproroghe” (o “decreto omnibus”) da parte della stampa e dell’opinione pubblica. E anche da parte del presidente della Repubblica Napolitano, che nel 2010 aveva inviato una lettera molto dura all’allora PresdelCons, Silvio Berlusconi, dopo un iter di approvazione del “milleproroghe” di quell’anno particolarmente travagliato. Il governo Monti ha detto che nel caso di quest’anno parlare di “milleproroghe” è inopportuno, visto che il testo di legge è molto più piccolo e leggero di quelli del recente passato.

Il decreto legge è l’unico atto del governo che ha immediato valore legislativo, e per questo motivo può essere utilizzato solo in casi di necessità e urgenza. L’urgenza, nel caso del “milleproroghe”, è quella delle scadenze temporali da rimandare, che solitamente sono del 31 dicembre. Come tutti i decreti legge, il parlamento ha tempo 60 giorni per eventuali modifiche e per convertirlo in legge. Il voto di fiducia approvato dalla Camera ferma l’esame degli emendamenti, alcuni dei quali saranno probabilmente trasformati in ordini del giorno. Il voto sul testo vero e proprio del provvedimento sarà martedì prossimo. Poi inizierà l’esame del decreto al Senato.

Cosa c’è nel decreto
Il governo Monti aveva approvato il decreto legge lo scorso 23 dicembre. Dopo l’esame nella Commissione Affari costituzionali e Bilancio della Camera, il decreto è rimasto relativamente breve, 29 articoli e una sessantina di emendamenti.

Rispetto a quanto approvato a dicembre ci sono state poche modifiche. La principale riguarda i contributi previdenziali previsti dalla riforma Fornero per i lavoratori cosiddetti “esodati”, che si sono licenziati negli ultimi mesi sperando di maturare a breve i requisiti per la pensione, e “precoci”, che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni. Inizialmente si pensava di finanziare i loro contributi previdenziali con un aumento di quelli dei lavoratori autonomi, mentre ora si è deciso che saranno finanziati con un aumento delle tasse sulle sigarette.

Un’altra modifica apparentemente secondaria, ma molto significativa, è l’eliminazione dal testo di una sanatoria per i manifesti politici abusivi, che era stata inserita a grande maggioranza dai partiti e che è stata tolta con un intervento del governo. È stata eliminata anche la proposta dei partiti della maggioranza che voleva rimandare di un anno (al settembre 2013) la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, che si dovrebbe tradurre nella chiusura di alcuni tribunali e che ha già provocato qualche polemica.

Il governo è stato invece battuto su un emendamento voluto da PdL e UdC, che ha prorogato fino al 2014 i 50 milioni di euro all’anno che sono stati destinati nel 2009 al risarcimento degli italiani cacciati dalla Libia nel 1970. La misura deve essere finanziata con una tassa sulle attività dell’ENI in Libia, per la quale la società ha deciso di presentare un ricorso alla magistratura. Durante l’esame del provvedimento al Senato saranno probabilmente apportate altre modifiche al decreto legge, che non potendo essere inserite alla Camera come emendamenti sono stati formalmente presentati come “ordini del giorno”, non vincolanti per il governo. Se il testo del decreto verrà modificato dal Senato, dovrà tornare alla Camera per un’ulteriore votazione.

foto: Mauro Scrobogna /LaPresse