Il piano di sopravvivenza di Kodak

Dopo la richiesta di fallimento, la società vuole fare due cose: diventare più piccola e dare battaglia alla concorrenza in tribunale

Giovedì 19 gennaio Kodak ha avviato le procedure di fallimento ricorrendo al “Chapter 11″, la parte della legge fallimentare statunitense che consente alle imprese di avviare una ristrutturazione quando si trovano in dissesto finanziario. Il sistema ricorda molto quello dell’amministrazione controllata che esisteva fino a qualche tempo fa anche in Italia. La società, che da tempo è in difficoltà economiche, sembra intenzionata a fare due cose nel prossimo futuro, come spiega il Wall Street Journal: una serie di cause legali e di vendite riguardo ai propri brevetti, e una riorganizzazione che la porterà in pochi mesi ad essere più piccola, con meno debiti e attiva quasi esclusivamente nel settore delle stampanti a inchiostro.

La strategia ha molti punti rischiosi. Per prima cosa, bisognerà vedere quanti soldi riuscirà a ottenere la società vendendo i suoi circa 1.100 brevetti. Davanti al tribunale fallimentare di New York i suoi legali hanno detto che i brevetti valgono almeno una cifra tra i 2,2 e i 2,6 miliardi di dollari, ma la società spera di ottenere ancora di più. Kodak ha molti debiti, una clientela in costante calo e piani per l’assistenza previdenziale dei suoi ex dipendenti molto costosi.

La società ha anche sostenuto davanti alle autorità che alcune grandi aziende del settore tecnologico come Apple, RIM e HTC hanno approfittato delle difficoltà finanziarie di Kodak per commettere violazioni di proprietà intellettuale su tecnologie originariamente sviluppate dalla stessa Kodak. Nei giorni precedenti al ricorso al Chapter 11, Kodak ha fatto causa a Apple, RIM, HTC e Samsung sostenendo che quelle società hanno violato dei brevetti di sua proprietà per tecnologie oggi molto diffuse che consentono, per esempio, di mandare foto da un dispositivo mobile o di vedere l’anteprima delle foto su una fotocamera digitale. Le cause legali per motivi di questo tipo hanno fatto parte di una vera e propria strategia aziendale, negli ultimi anni: raggiungendo accordi con le società rivali che venivano portate in tribunale, Kodak ha dichiarato di aver guadagnato circa 3 miliardi di dollari tra il 2003 e il 2010.

Dato che molti dei brevetti di Kodak dovrebbero essere venduti proprio alle società come Apple e Samsung a cui Kodak sta facendo causa, ci sono dubbi fondati che quelle società siano disposte a venire in aiuto di Kodak pagando molti soldi per i brevetti, in un momento di forte difficoltà dell’azienda.

La società ha ricevuto un prestito di oltre 950 milioni di dollari dalla banca Citigroup. Questi soldi, e quelli ottenuti dalla vendita dei brevetti, serviranno per nuovi investimenti, con l’obbiettivo di trasformare Kodak in una società più piccola (attualmente impiega circa 17.000 persone, meno di un quarto rispetto agli anni di maggiore espansione) nel settore delle stampanti a inchiostro. Ma si tratta di un settore che ha già grandi multinazionali attive, come Hewlett Packard, e in cui Kodak sta facendo fatica a crearsi una clientela. Secondo un’indagine di mercato, la sua quota nel settore sarebbe attualmente intorno al 2,6 per cento in tutto il mondo. I tempi sono stretti: Citigroup richiede che i brevetti siano messi all’asta entro giugno del 2012 e che Kodak presenti un piano di riorganizzazione definitivo entro il 15 febbraio 2013. La società ha detto che vuole uscire dall’amministrazione fallimentare prevista dal Chapter 11 nel corso del prossimo anno.

Per anni Kodak ha dominato il settore della fotografia, grazie alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie legate alla fotografia. Fu fondata a Rochester (New York) nel 1892 e in oltre un secolo di storia ha realizzato alcune delle più importanti innovazioni nel suo campo. Verso la metà degli anni Settanta, per esempio, la società inventò la fotocamera digitale, ma non fu mai in grado di sfruttare commercialmente a dovere la propria invenzione. Negli anni precedenti lavorò per perfezionare e rendere più stabili le pellicole fotografiche, arrivando a vendere ogni anno centinaia di milioni di rullini, anche grazie all’introduzione delle macchine fotografiche compatte. I primi problemi finanziari per Kodak iniziarono a manifestarsi intorno agli anni Ottanta, costringendo i responsabili dell’azienda a diversificare la produzione. Kodak si diede da fare nel settore dei sistemi per le diagnosi mediche e della produzione di prodotti chimici.

foto: Guy Solimano/Getty Images