Gli attentati in Nigeria
Nella città di Kano sono morte almeno 150 persone in una serie di attacchi rivendicati dall'organizzazione terroristica islamica Boko Haram
Aggiornamento 18.41 – Secondo le autorità nigeriane, il numero di morti causati dalla serie di attentati di ieri a Kano, in Nigeria, è salito ad almeno 153. Sono ancora molti i feriti gravi e dunque il numero potrebbe aumentare ulteriormente nelle prossime ore. Secondo la BBC, diversi ospedali e obitori di Kano sarebbero già pieni e faticano ad accogliere altri feriti e cadaveri. In città è stato annunciato un coprifuoco della durata di 24 ore. Gli attentati di ieri sono stati rivendicati dalle milizie islamiche di Boko Haram e sono gli attacchi più sanguinosi organizzati da questo gruppo estremista da quando è stato fondato nel 2002.
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Aggiornamento 15.02 – Secondo fonti ospedaliere citate dalla Associated Press, gli attentati di ieri a Kano avrebbero provocato almeno 120 morti. Gli attacchi sono stati coordinati dalle milizie islamiche del gruppo estremista Boko Haram. Sono stati presi di mira commissariati, uffici per l’immigrazione, il quartier generale dei servizi segreti ma anche abitazioni. Inoltre, sembra che ci siano decine di feriti in gravi condizioni.
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Una serie di attentati, di cui uno suicida, hanno colpito ieri pomeriggio poco dopo le 17,00 la città di Kano nel nord della Nigeria. Le esplosioni si sono verificate in rapida successione nel quartiere dove si concentrano gli edifici del governo federale. Secondo un bilancio provvisorio, oltre al kamikaze sono morte almeno 7 persone. Tra loro, tre agenti e tre uomini che lavoravano nell’ufficio passaporti locale.
L’attacco più violento si è verificato in un commissariato di polizia. Alcuni testimoni hanno raccontato che un kamikaze è arrivato in moto e dopo aver parcheggiato si è lanciato di corsa verso l’interno dell’edificio con una borsa in mano. L’esplosione ha provocato il crollo del tetto e un incendio. Le persone che erano presenti sono entrate nel panico e hanno iniziato a fuggire su macchine e motociclette. Le autorità hanno creato dei posti di blocco in varie zone di Kano e hanno imposto il coprifuoco fino a questa mattina.
Kano è una città di 9 milioni di abitanti a maggioranza musulmana ed è da tempo uno dei principali centri della rivolta guidata dall’organizzazione terroristica islamica Boko Haram a cui vengono attribuite le esplosioni di ieri. Boko Haram, in lingua hausa (la più diffusa nel nord della Nigeria) significa “L’educazione occidentale è vietata”. Il vero nome del gruppo, però, è Jama’atu Ahlis Sunna Lidda’awati wal-Jihad, che in arabo vuol dire “Popolo impegnato nella diffusione degli insegnamenti del Profeta e della Guerra santa”. L’organizzazione è stata fondata nel 2002 dal leader Ustaz Mohammed Yusuf nello stato del Borno, dove l’islamismo è molto radicato. Il gruppo è responsabile di una serie di azioni particolarmente violente a partire dal 2009, ha una rete di militanti estesa nel nord della Nigeria e nei vicini paesi del Ciad, del Niger e del Camerun.
Il fondatore di Boko Haram Ustaz Mohammed Yusuf è stato ucciso a 39 anni il 30 luglio 2009 in un carcere di Maiduguri, capitale dello stato di Borno, dopo essere stato arrestato dalle forze di sicurezza nigeriane: diversi agenti sono stati incriminati per omicidio volontario. Il nuovo di leader di Boko Haram è Abubakar Shekauha che, in un video diffuso l’11 gennaio su internet, ha giustificato con l’esecuzione del loro fondatore i continui attacchi agli uffici governativi e alle forze di polizia.
Nel messaggio Abubakar Shekauha, in lingua hausa, ha detto: «Tutti hanno visto come ci hanno trattati, la gente ha visto cos’è accaduto tra di noi e gli agenti di sicurezza e i loro complici che gli hanno fornito informazioni su di noi». E, facendo riferimento agli attentati contro le chiese cristiane avvenuti il giorno di Natale in cui sono morte decine di persone, ha aggiunto: «Siamo anche in guerra con i cristiani, perché tutto il mondo sa cosa ci hanno fatto: hanno ucciso i nostri seguaci». Shekauha ha anche spiegato che l’esercito nigeriano non riuscirà mai a sconfiggere con le armi il suo gruppo e che «i colloqui con il governo potranno avvenire solo secondo gli insegnamenti dell’Islam».