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  • Domenica 11 dicembre 2011

È caduto il governo in Perù

Il premier Salomón Lerner si è dimesso per «divergenze» con il presidente Humala (pare)

(AP Photo/Karel Navarro)

(AP Photo/Karel Navarro)

Sabato sera si è dimesso il primo ministro peruviano Salomón Lerner Ghitis. La decisione, considerata inaspettata da alcuni osservatori, è arrivata a soli cinque mesi dall’insediamento del presidente Ollanta Humala, che ora dovrà nominare un nuovo governo, come previsto dalla legge peruviana. Non è chiaro perché Lerner abbia deciso di dimettersi. In Perù i cambi di governo sono molto più frequenti che in altri paesi. Generalmente un primo ministro si dimette proprio nel mese di dicembre per permettere al presidente di formare un nuovo governo più favorevole alle sue politiche. Non a caso, durante la presidenza di Alan Garcia Pérez (2006-2011) sono stati nominati ben cinque premier.

Stavolta però le cose sembrano essere andate diversamente. Humala è stato eletto a luglio e dunque le dimissioni di Lerner sembrano troppo anticipate. Inoltre, domenica scorsa lo stesso Humala ha dichiarato lo stato di emergenza nella regione del Cajamarca, nel nord del Paese, dove da giorni la popolazione locale protesta contro il progetto di costruzione della miniera d’oro e rame di Conga. Si tratta del più grande investimento straniero in Perù (4,8 miliardi di dollari), gestito dalla compagnia statunitense Newmont Mining Corp. Gli indigeni, tuttavia, protestano perché la miniera distruggerebbe le falde acquifere della zona. La decisione di Humala di porre lo stato d’emergenza sarebbe stata fortemente osteggiata da Lerner, un uomo molto vicino al presidente ed ex responsabile della sua campagna elettorale. Il quotidiano peruviano La República, generalmente considerato vicino al governo, parla apertamente di dimissioni dovute a «divergenze con le decisioni presidenziali». L’ex presidente peruviano Alejandro Toledo Manrique si è detto preoccupato della «militarizzazione del governo eletto democraticamente».

Ollanta Humala è un ex militare di estrema sinistra, che ha successivamente abbracciato posizioni nazionaliste, adottando uno stile molto simile a quello del presidente venezuelano Chávez. La sua campagna elettorale populista ha avvicinato le classi meno abbienti, tagliate fuori dal boom economico degli ultimi anni. Lo scorso luglio ha sconfitto al ballottaggio delle elezioni presidenziali Keiko Fujimori, figlia dell’ex presidente peruviano Alberto Fujimori.

Nella foto, da sinistra, Ollanta Humala e Salomón Lerner Ghitis (AP/Karel Navarro)