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  • Lunedì 21 novembre 2011

Un sospetto terrorista arrestato a New York

Un americano convertito all'Islam è accusato di aver costruito delle bombe, ispirato dai sermoni di Anwar al-Awlaki

NEW YORK, NY – NOVEMBER 20: New York Police Commissioner Ray Kelly holds pieces of a pipe bomb confiscated from alleged “lone wolf” terrorist Jose Pimentel at a City Hall news conference on November 20, 2011 in New York City. Authorities say the suspect planned to detonate pipe bombs at postal facilities and police stations in New York City, as well as against U.S. military personnel returning from Iraq and Afghanistan. (Photo by Mario Tama/Getty Images)

NEW YORK, NY – NOVEMBER 20: New York Police Commissioner Ray Kelly holds pieces of a pipe bomb confiscated from alleged “lone wolf” terrorist Jose Pimentel at a City Hall news conference on November 20, 2011 in New York City. Authorities say the suspect planned to detonate pipe bombs at postal facilities and police stations in New York City, as well as against U.S. military personnel returning from Iraq and Afghanistan. (Photo by Mario Tama/Getty Images)

Un uomo di 27 anni, Joe Pimentel, è stato arrestato ieri sera a New York, mentre in Italia era notte, con l’accusa di aver pianificato e portato avanti un piano per far esplodere bombe in varie zone della città. Pimentel, musulmano convertito, nato nella Repubblica Dominicana e naturalizzato statunitense, sarebbe stato ispirato dai sermoni di Anwar al-Awlaki, ucciso lo scorso ottobre in Yemen, e avrebbe costruito gli ordigni grazie alla rivista di al Qaida, Inspire, animata dallo stesso al-Awlaki.

Annunciando l’arresto di Pimentel, il sindaco Michael Bloomberg, il commissario Raymond W. Kelly e il procuratore Cyrus R. Vance Jr. hanno mostrato in un video gli effetti della bomba che Pimentel stava costruendo e hanno detto che Pimentel aveva cominciato a lavorare all’attentato in agosto, ispirato da Anwar al-Awlaki, per poi intensificare le operazioni dopo la morte di quest’ultimo. Pimentel era convertito all’Islam, noto come Muhammad Yusuf, ed era sorvegliato dalla polizia da due anni: le forze dell’ordine hanno detto di averlo arrestato “un’ora prima” che completasse la costruzione di almeno tre bombe. Gli ordigni dovevano essere posizionati vicino a uffici postali, macchine della polizia e stazioni di polizia.

Sia Bloomberg che Kelly hanno detto che Pimentel lavorava al piano da solo, non è membro di un’organizzazione e non ha contatti all’estero. Pimentel aveva parlato ad agenti di polizia sotto copertura e a informatori delle forze dell’ordine della sua intenzione di fare esplodere le bombe, “per far sapere che c’è qualcuno che combatte la jihad qui”, e di addestrarsi per qualche periodo in Yemen (a questo scopo avrebbe inviato delle email ad al-Awlaki, senza ottenere risposta). Da gennaio 2010, inoltre, Pimentel gestiva un sito Internet – www.trueislam1.com – che conteneva discussioni sulla costruzione di bombe. Quando le autorità hanno visto Pimentel acquistare dei tubi, un orologio e delle luci natalizie – tutte parti della bomba, dice l’accusa: le luci sarebbero state usate come schegge – e lo hanno visto poi iniziare praticare dei fori sui tubi, hanno fatto irruzione nel suo appartamento e lo hanno arrestato. Durante la conferenza stampa è stato mostrato parte del materiale che avrebbe costituito le bombe.

Joe Pimentel dovrà rispondere dell’accusa di possesso di armi a scopo criminoso, terrorismo e cospirazione. Ora si trova in custodia cautelare e gli è stata negata la possibilità di uscire su cauzione. Il caso di Pimentel è piuttosto inusuale, dal punto di vita giudiziario, visto che sarà affrontato dal tribunale statale di New York e non da un tribunale federale, come avviene di solito per i processi sul terrorismo.

foto: Mario Tama/Getty Images