La volta che Monti multò Microsoft

La storia della sanzione senza precedenti da 497 milioni di euro inflitta nel 2004 dall'allora commissario europeo per la concorrenza

Mario Monti è stato nominato senatore a vita nel tardo pomeriggio di ieri dal presidente Napolitano, in vista della possibile costruzione di un nuovo governo tecnico. Fino a questo momento, però, Mario Monti era noto alle cronache italiane principalmente per il suo ruolo da commissario europeo. A partire dal 1995, infatti, Monti è stato commissario per quasi dieci anni, appoggiato dai governi Berlusconi I e D’Alema I, diventando famoso per la vicenda Microsoft, una delle più grandi cause legali antitrust mai avviate in Europa.

Nel 1993 la società informatica Novell accusò Microsoft di comportamento anticompetitivo. L’iniziativa legale contestava il fatto che a ogni computer venduto dai produttori che adottavano i sistemi operativi Microsoft fosse applicato il pagamento per una sorta di diritto di concessione, anche se sul PC non era installata una versione di Windows. Della vicenda si occupò anche la Commissione europea, che raggiunse infine un accordo l’anno successivo modificando la politica delle concessioni. All’epoca Monti era stato indicato dal governo Berlusconi e sarebbe diventato Commissario europeo per il Mercato interno nel gennaio del 1995.

Valutati anche i risultati ottenuti da Novell, nel 1998 la società Sun Microsystems decise di contestare il comportamento di Microsoft, accusando la società di non fornire informazioni sufficienti sulle proprie interfacce del sistema operativo Windows NT. L’iniziativa portò a una indagine da parte della Commissione europea, che negli anni seguenti si estese ad altre pratiche ritenute lesive per la concorrenza. Microsoft fu accusata di distribuire insieme al sistema operativo il programma Windows Media Player, un riproduttore per i file multimediali, a scapito degli altri produttori di programmi simili, che rimanevano in ombra.

Nel periodo in cui Monti era al suo secondo incarico come Commissario, questa volta con responsabilità sulla tutela della concorrenza, l’Unione produsse una decisione preliminare ordinando a Microsoft di avviare la produzione di una versione di Windows senza Windows Media Player. Alla società fu anche richiesto di fornire più informazioni sui propri software per la gestione dei server, permettendo agli altri produttori di realizzare programmi compatibili e in grado di dialogare con quelli di Microsoft, senza rimanere tagliati fuori dal mercato.

La decisione preliminare fu annunciata nel 2003, ma Monti divenne molto famoso l’anno seguente quando a marzo dichiarò che a Microsoft sarebbe stata inflitta una multa pesantissima e senza precedenti. Alla società fu ordinato di pagare 497 milioni di euro, provvedimento che si aggiunse a quelli comunicati in precedenza sui codici per i sistemi server e la versione del sistema operativo senza Windows Media Player.

Nel suo annuncio, Monti diceva di non essere riuscito a raggiungere un accordo soddisfacente con Microsoft e di voler quindi impegnare la Commissione per sanzioni severe, pur riconoscendo l’alta professionalità dei dirigenti della società.

Abbiamo fatto notevoli progressi nella risoluzione dei problemi che si erano presentati in passato, ma non siamo riusciti a trovare un accordo sugli impegni per il futuro.
Alla fine ho dovuto prendere una decisione nell’interesse della concorrenza e dei consumatori in Europa e ritengo che, da questo punto di vista, la soluzione migliore sia una decisione che crei un importante precedente.
È infatti essenziale disporre di un precedente che fissi principi chiari per il comportamento futuro delle imprese che detengono una posizione dominante sul mercato di questa portata.

Nel luglio del 2004 Microsoft pagò la multa e nel mese di ottobre Monti terminò il proprio mandato. Gli succedette Neelie Kroes che negli anni seguenti continuò a occuparsi di Mircosoft, infliggendole una nuova multa da 280 milioni di euro con l’accusa di non aver rispettato per tempo quanto imposto dalla Commissione europea. Microsoft fece ricorso per la prima multa da 497 milioni di euro, ma perse l’appello e la sanzione fu confermata.

Nel 2008 Microsoft fu multata nuovamente per 899 milioni di euro dall’Unione, con l’accusa di non aver rispettato le decisioni antitrust assunte nel marzo del 2004 quando Monti era Commissario. Lo scorso maggio Microsoft ha deciso di chiedere uno sconto all’Unione Europea, facendo leva sulla collaborazione avviata negli ultimi tre anni per risolvere i contenziosi legati alla violazione delle leggi sulla libera concorrenza.

In una intervista del febbraio 2010 sul Corriere della Sera, Mario Monti tornò sulla vicenda UE contro Microsoft, spiegando le ragioni di un provvedimento così duro nei confronti della società informatica.

La ragione principale per cui non accettammo un compromesso, pur correndo il rischio che Microsoft ricorresse in giustizia, è che ritenevamo importante stabilire una certezza giuridica su cosa vuole dire abuso di posizione dominante nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. […] in questi settori la velocità dei fenomeni è tale che c’ è una tendenza a vedere imprese in grado, grazie alle loro tecnologie, di trasferire il loro dominio su mercati adiacenti. Per questo è stato importante dare agli operatori un quadro giuridico più chiaro: per casi analoghi, da ora in poi non serviranno tutti gli anni che sono serviti a noi per giungere a una decisione.

Le modalità adottate nel 2004 dall’Unione per sanzionare Microsoft sono diventate negli anni un modello a livello internazionale per azioni legali simili, spiegava Monti: «Sono spesso aziende americane a presentare esposti a Bruxelles contro altre aziende americane. Hanno capito che la vigilanza e l’attivismo in Europa sono stati maggiori e sono competitivi a livello globale».