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  • Domenica 6 novembre 2011

Che cosa succede in Nigeria

Tra venerdì e sabato il gruppo islamista Boko Haram ha ucciso oltre 100 persone nel nord del paese: chi sono e cosa vogliono

(AP Photo/Sunday Alamba)

(AP Photo/Sunday Alamba)

Tra venerdì e sabato il gruppo islamista Boko Haram ha lanciato in Nigeria la serie di attentati più sanguinosa della sua breve storia. I morti accertati, secondo la Croce Rossa, sarebbero oltre cento, i feriti centinaia, ma alcuni testimoni parlano di stime che arrivano a oltre 150 morti. Gli attacchi hanno avuto come obiettivo principale le forze di polizia nigeriane che combattono l’organizzazione islamista e si sono concentrati nelle città di Damaturu e Maiduguri, nel nord del paese a maggioranza islamica. Proprio a Maiduguri Boko Haram è stato fondato nel 2002.

Tutto è cominciato venerdì a Maiduguri, la capitale dello stato del Borno, nell’estremo nordest della Nigeria. Qui tre kamikaze e tre autobombe hanno colpito rispettivamente una caserma della polizia e alcune moschee, subito dopo le preghiere del venerdì. Ma è a Damaturu e nel vicino villaggio di Potiskum, nello stato di Yobe, che si sono verificati gli scontri più violenti. In questi due centri Boko Haram ha lanciato una serie di attacchi coordinati mediante militanti armati, kamikaze e autobombe, contro le stazioni di polizia e numerosi luoghi di culto che hanno causato almeno una sessantina di morti. Gli attacchi sono durati fino alla notte tra venerdì e sabato. Una chiesa cristiana è stata bruciata e almeno altre otto sarebbero state danneggiate con ordigni artigianali. Oggi la situazione sembra essere relativamente tranquilla.

Ieri il portavoce di Boko Haram, Abul Qaqa, ha rivendicato gli attacchi parlando con il quotidiano nigeriano Daily Trust: «Siamo responsabili degli attentati a Damaturu e in Borno», ha dichiarato, «e continueremo ad attaccare le istituzioni del governo federale fino a quando le forze dell’ordine non fermeranno i loro abusi ai nostri militanti e alla popolazione inerme». Anche se non c’è alcuna conferma ufficiale, gli attacchi degli ultimi giorni organizzati da Boko Haram sembrano essere collegati alle recenti perquisizioni casa per casa effettuate dalla polizia a caccia di armi nel nord del paese, dopo una tregua ufficiale scaduta lo scorso 31 ottobre.

Boko Haram, come gli abitanti di Maiduguri in lingua hausa chiamano il gruppo, significa “L’educazione occidentale è vietata” (anche se il significato reale di “boko” è “falso”). Il vero nome del gruppo, tuttavia, è Jama’atu Ahlis Sunna Lidda’awati wal-Jihad, che in arabo sta per “Popolo impegnato nella diffusione degli insegnamenti del Profeta e della Guerra santa”. L’organizzazione è stata fondata nel 2002 dal leader Ustaz Mohammed Yusuf nello stato del Borno, dove l’islamismo radicale è molto radicato sin dalla presa britannica del Califfato di Sokoto nel 1903, nel nord povero della Nigeria ancora oggi a maggioranza musulmana a differenza del sud cristiano e più agiato. Uno scenario già visto in altri paesi africani dell’area (si pensi alla Costa d’Avorio) e che influisce decisamente sulla vita politica dell’intero paese, come già visto alle ultime elezioni presidenziali vinte dal cristiano Goodluck Jonathan.

Boko Haram è un’organizzazione terroristica islamista. Vieta ogni commistione con lo stile di vita occidentale, dalla cultura all’istruzione, fino ai jeans e alle t-shirt. Addirittura il suo leader Mohammed Yusuf diceva che la forma sferica della Terra era un falso assunto così come il darwinismo perché tutto questo è contrario agli insegnamenti del Corano. All’età di 39 anni, Yusuf è stato ucciso il 30 luglio 2009 in un carcere di Maiduguri dopo esser stato arrestato dalle forze di sicurezza nigeriane. Secondo la versione ufficiale, sarebbe morto in un tentativo di fuga, ma successive indagini hanno smentito questa ricostruzione e diversi agenti sono stati incriminati per omicidio volontario.

Uno degli obiettivi di Boko Haram è l’applicazione della sharia nell’intera Nigeria, dove in realtà già vige dal 1999 in dodici stati del nord del paese. Il gruppo esecra ogni interpretazione considerata “deviante” del Corano e infatti, come avvenuto negli ultimi attacchi, non si limita ad attaccare le chiese ma anche moschee “troppo moderne”. Dopo la morte di Yusuf il gruppo si è diviso in tre diverse fazioni (una di queste pare avere profondi legami con Al Qaeda nel Maghreb islamico) e ha aumentato decisamente la portata dei suoi attacchi, nonostante il governo nigeriano dichiari regolarmente di “avere la situazione sotto controllo”. Lo scorso dicembre, Boko Haram ha attaccato i quartieri generali della polizia nella capitale Abuja, causando oltre ottanta morti. Il 26 giugno 2011, invece, alcuni militanti hanno fatto irruzione in un bar di Maiduguri dove si servivano alcolici “contrari alla legge islamica” e hanno ucciso 25 persone. Il 26 agosto, infine, Boko Haram ha organizzato il suo primo attentato a un’istituzione internazionale, attaccando il quartier generale dell’ONU ad Abuja dove sono morte 21 persone.

foto: AP/Sunday Alamba