• Italia
  • Venerdì 28 ottobre 2011

La situazione in Liguria e Toscana

Il riassunto di cosa è successo e perché, e la raccolta delle immagini del disastro e del lavoro di ieri e oggi

Cars and boats wrecks are covered with mud in the small town of Monterosso in the Italian north-western region of Liguria, Thursday, Oct. 27, 2011, following violent rains and floods that struck in the area. Soldiers and civilian rescue workers battled knee-deep mud Thursday as they searched for survivors after flash floods and mudslides inundated picturesque villages around coastal areas of Liguria and Tuscany. (Ap Photo/Massimo Pinca)

Cars and boats wrecks are covered with mud in the small town of Monterosso in the Italian north-western region of Liguria, Thursday, Oct. 27, 2011, following violent rains and floods that struck in the area. Soldiers and civilian rescue workers battled knee-deep mud Thursday as they searched for survivors after flash floods and mudslides inundated picturesque villages around coastal areas of Liguria and Tuscany. (Ap Photo/Massimo Pinca)

Il primo segnale
 dell’alluvione che ha colpito la Liguria orientale e l’alta Toscana martedì 25 ottobre è stata una frana che alle ore 13 ha invaso un tratto dell’autostrada A12 tra Carrodano e Borghetto Vara, travolgendo un’autocisterna in transito in quel momento.

Le piogge sono durate complessivamente trenta ore: hanno causato frane, smottamenti, inondazioni e crolli. Secondo il bilancio fornito dall’Unità di crisi della prefettura de La Spezia, sono sei i morti accertati finora (giovedì sera) e otto i dispersi. I morti sono tre a Borghetto Vara, uno a Cassana e due ad Aulla. Gli sfollati sono circa 350, ospitati negli edifici comunali e nel palasport di La Spezia. Le abitazioni senza acqua né luce sono duemila. Una prima stima dei danni causati dal nubifragio è di circa 90 milioni di euro.

Nelle due regioni sono al lavoro 348 soldati, una nave, 43 mezzi e sette velivoli, accanto alle forze dell’ordine e della protezione civile guidate da Franco Gabrielli. Le aree maggiormente colpite dal nubifragio sono nell’alta Lunigiana in provincia di Massa Carrara e nello spezzino (Ameglia, Beverino, Borghetto Vara, Brugnato, Calice al Carnoviglio, Monterosso, Pignone, Riccò del Golfo, Sesto Godano). Due viadotti dell’autostrada A15, chiusa al traffico, sono stati danneggiati dalla piena del fiume Magra (quelli di Narbareto e Lusuolo). In Lunigiana sono cinque i ponti crollati nell’alto bacino del Magra.

Vernazza e Monterosso, nelle Cinque Terre, sono ancora isolate, come altri paesi della zona, le strade bloccate, la ferrovia interrotta. Un primo collegamento della linea Genova-La Spezia è stato parzialmente ripristinato giovedì dopo una lunga interruzione. Le squadre della Rete Ferroviaria Italiana hanno completato le operazioni di pulitura e messa in servizio del binario che è stato utilizzato per il trasporto dei mezzi di soccorso.

Giovedì mattina la procura di Massa ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo dopo l’esondazione che ha causato due morti ad Aulla. Maurizio Caporuscio, procuratore capo di La Spezia, ha spiegato che «sarà avviata un’indagine conoscitiva per vedere se si possono ipotizzare eventuali responsabilità colpose».

L’Anas ha spiegato che sarebbe necessaria una manutenzione costante delle strutture, ma che mancano i fondi.
 Legambiente ha accusato le nuove costruzioni, che avrebbero «alterato le dinamiche dei corsi d’acqua minori» che hanno causato le esondazioni. Secondo Claudio Burlando, governatore della Regione Liguria, c’è un problema di «abbandono del territorio, non ci sono più gli uomini, nei boschi e sulle colline, che tengono in sicurezza i terreni, come è stato fatto per secoli. È una questione molto delicata, un problema culturale ed economico, difficile da risolvere».

Il vice ministro alle Infrastrutture Roberto Castelli, da Aulla, ha detto: «Dobbiamo incrementare il tema della prevenzione. Ma qui siamo di fronte ad un caso eccezionale. Di una quantità d’acqua simile non se n’erano mai avute notizie, vediamo se si tratta di un caso legato ai cambiamenti climatici, e se si ripeterà altre volte, oppure resterà un caso eccezionale».